La pace mi disfarebbe.
È curioso come l’affermazione del condottiero mercenario Giovanni Acuto (John Hawkwood) si adatti perfettamente a questo Re e conquistatore africano. Una volta sconfitto definitivamente il suo arcinemico Zwide nel 1825, Shaka si ritrovò senza avversari e senza terre da conquistare.
Un Re normale avrebbe cominciato a pensare oltre sè stesso, ad assicurare una discendenza al suo regno, in altre parole un erede o una linea di successione...
sembra che Shaka facesse proprio il detto “Dopo di me, il diluvio” o comunque, non sembra che si ponesse il problema. A quanto pare, doveva intraprendere grandi campagne militari per sentirsi soddisfatto. Per distrarsi, il Re occupò il suo tempo in grandi cacce e ispezioni al proprio bestiame. È già stato riportato come Shaka potesse far uccidere chiunque alla sua presenza, ma pare che in questo periodo il Re abusasse di questo privilegio, seminando il timore nella sua stessa corte.
Nel frattempo, montava il malcontento nell’esercito. I guerrieri comprendevano la necessità della mobilitazione permanente con un nemico come Zwide, ma ora che il pericolo era scomparso, non c’era motivo per la continuazione infinita della leva, che significava anche la prosecuzione della forzata minorità sociale.
Nandi, la grande elefantessa (70), morì di morte naturale mentre il figlio era impegnato in una caccia nel 1827. Ci sono versioni piuttosto fosche della sua dipartita. In una, lei sarebbe morta perchè Shaka l'avrebbe brutalizzata per farla abortire (?). Nonostante tutto, è lecito supporre che la madre fosse l’unica persona per cui il Re abbia nutrito dei sentimenti di affetto e amore.
Egli affermò “Io ho vinto il mondo ma ho perso mia madre, ora l’amaro dell’aloe riempie la mia bocca e tutti i sapori sono fuggiti dalla mia vita.”. Quindi reagì a questa dipartita nel suo modo usuale. Durante la sepoltura della madre (con annessa sepoltura forzata delle dame di compagnia materne) , Shaka fece uccidere chi aveva gli occhi asciutti, nonostante il suo ordine di piangere. Nella lamentazione , proseguita da 60.000 dolenti per giorni, altre persone morirono di sfinimento. Il primo atto pubblico dopo il funerale, fu l'ordine di esecuzione di una sua zia e del suo seguito, perchè era stata scortese con Nandi. Sembra che il Re approfittasse anche di questa occasione per alcuni piccoli omicidi politici.
Dopo il funerale, Shaka indisse un periodo di Lutto nazionale, con degli ordini piuttosto paranoici:
Le coltivazioni dovevano essere abbandonate per un anno.
La popolazione non doveva avere rapporti sessuali. Tutte le donne che sarebbero restate incinte dovevano essere uccise con i loro mariti.
Il latte non doveva essere più usato. Quello munto doveva essere versato sul suolo.
Anche le vacche pregne dovevano essere uccise, cosicchè anche gli animali fossero resi partecipi del lutto.
Per quanto sembri assurdo, questi ordini furono eseguiti. Dopo tre mesi, la nazione era a rischio carestia. Allora, un giovane e coraggioso guerriero, Gala, si recò al cospetto del Re e declamò questa invocazione.
Discorso di Gala al Re:
"O Re, tu hai distrutto questa nazione. Cosa pensi, che il tuo regno sia finito? Creerai una nuova razza?Tutto morirà perchè tua madre è morta?..
Tu hai distrutto (la nazione). Questa nazione sarà occupata da altri Re; per la gente che perirà per la carestia. I campi non sono coltivati da troppo, le vacche non sono munte da troppo. Esse saranno munte da quei Re che coltiveranno la terra; per quella gente che non mangia da troppo, per quella gente che sopporta da troppo, per il bestiame che non è stato munto da troppo. Come per me, o Re, io dico tu stesso sei morto attraverso questa madre tua. Infilati una pietra nello stomaco (fatti coraggio). Questa non è la prima volta che qualcuno muore nella terra degli Zulu."
Al contrario delle aspettative di tutti (e probabilmente anche di Gala) Shaka ascoltò la perorazione senza imbestialirsi. Si volse alla sua corte e disse: ”Come siete abituati con me? Non avete mai osato dirmi, come Gala, di infilarmi una pietra nello stomaco. Ora fate sapere ai miei uomini che le piante sono da coltivare come al solito e che il latte sia bevuto di nuovo.”
Dopo ciò, ordinò di premiare il coraggioso Gala con due vacche, e gli accordò il permesso di indossare lo isiCoco (71).
Nonostante l’apparente risavimento, il comportamento del Re non migliorò. Nel 1928 un Impi fu inviato oltre i confini dell’Impero, in una missione priva di senso. Al contrario del solito, non fu accompagnato dagli izinDibi, quindi i guerrieri furono costretti a trasportare anche i propri rifornimenti.Sembra che esurite le risorse, la spedizione fu costretta a divorare i propri scudi e a succhiare fango per dissetarsi. Allo stesso tempo, Shaka organizzò una cerimonia di “annusare le streghe” e fece uccidere qualche centinaio di mogli mentre i mariti erano lontani. L’insieme di queste follie aumentò il malumore della corte, e sicuramente disamorò alcuni funzionari della sicurezza del Re. Fu così che potè svilupparsi una cospirazione e non essere scoperta in tempo utile. Un giorno del Settembre 1828, Shaka fu affrontato nella sua capitale da due suoi fratellastri, Dingaan e Mhlangana, che lo trafissero a morte,. Esistono diverse versioni sulle ultime parole pronunciate da Shaka prima di morire:
"Che sta succedendo, figli di mio padre?"
"Mi state trafiggendo, Re della terra? Finirete a uccidervi l'uno con l'altro!"
"Lasciatemi solo, figli di mio padre, e sarò il vostro servo!"
E tutte danno l’impressione che l’attentato fosse un avvenimento che colse il Re di sorpresa.
Dopo l’omicidio, la popolazione fuggì dalla città, abbandonando il corpo di Shaka a terra. L’eterna fidanzata Pampata accorse, e protesse il cadavere dalle iene. Il giorno dopo i due cospiratori tornarono sul luogo e scoprirono con loro sorpresa che il cadavere era intatto. Per esorcizzare quest’evento inspiegabile, i due seppellirono il cadavere avvolto in una pelle di bue, o in una orecchia di elefante.
Sembra che Pampata riuscisse a organizzare una rivolta contro i tirannicidi, ma la sollevazione fu soffocata, e ella si uccise con una colpo di iklwa prima di cadere nelle mani dei nemici (sembra una leggenda agiografica).
(70) Così ella era chiamata in relazione al figlio, il “grande elefante”.
(71) Come detto prima, lo isiCoco era una decorazione dei veterani ed al contempo un'indicazione di maturità... è indubbio che parlare a Shaka in questo modo fu un autentico atto di eroismo.
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