La città ardeva. Ogni tanto, tra il
ruggito delle fiamme e delle esplosioni, arrivavano degli strani
suoni, come delle urla umane.
“Buon Dio... perché avete fatto
questo?”
Chiese con tono disperato un
giornalista.
Il sergente si voltò.
“È sempre il solito problema. Il
nemico continua a pensare che noi dobbiamo rispettare
cose a cui lui non crede. Questa era la città di un Santo...
di un vero Santo. Ma anche la città dove facevano le marce della
pace. La città dove degli imbecilli si riempivano la bocca di parole
che non comprendevano.
Il nemico ha creduto che questo ci
fermasse.
Il nemico ha creduto che bastasse dire
che la città era piena di civili. Che non avremmo mai sparato sulla
nostra storia.”
“Ma lo avete fatto!”
“Bisogna pensare al futuro. Come
tutto quello che fanno loro, era una menzogna. Il servizio
segreto ci ha informato che non esisteva più nulla della bellezza e
dell'arte di prima... E nulla dello spirito. Rimaneva solo un guscio
vuoto.”
il soldato fissò di nuovo l'immenso
bagliore.
“Adesso non c'è più neanche il
guscio. Forse avranno imparato qualcosa. O forse no. Quello che ci
costringono a fare oggi, lo pagheranno domani. Con gli interessi.”
Concluse con un sorriso sinistro.
Il tono dell'affermazione fece
rabbrividire i giornalisti.
Il fronte avanzò. Dopo aver ricevuto i
rapporti degli asmodei (1), i comandanti avevano ordinato di non
entrare nella città. Del resto, i soldati non ne avevano per niente
voglia. La zona urbana ardeva ancora.
Il sergente aveva l'incarico di
accompagnare i giornalisti a visitare le macerie. Così il gruppetto
si recò in una zona della città che era stata messa in sicurezza.
La violenza era evidente, oscena. Non
esisteva un edificio in piedi. I cumuli di macerie erano stati
affumicati dall'incendio. Le strade erano seminate di corpi e resti.
Non si riusciva a distinguere se erano nemici o ostaggi. Si capiva
solo che erano corpi piccoli e corpi molto piccoli. I cinque
giornalisti, anche se veterani, erano in preda all'orrore.
“Non capisco perché ci avete dato il
permesso di venire qua...”
“Noi parleremo di
questo. Non potete zittirci!”
“Certo, nessuno
vuole che non riferiate quello che vedete...”
Rispose il
sottufficiale.
Si avvicinò un
capitano dei genieri.
“Lei è il
sergente ***?”
“Sissignore!”
Rispose Blackjack
salutandolo militarmente.
“Ci avevano
avvertito che avrebbe portato i media. Bene, signori, io sono il
capitano *** del Genio.
La nostra missione
era di cercare eventuali superstiti e controllare i danni...mmmh ...I
miei uomini non hanno trovato superstiti, ma hanno trovato molti
sotterranei... non coincidenti con quello che sapevamo
precedentemente della città...mmmh ...E il contenuto dei sotterranei
era molto interessante. Vi porterò a vederlo.”
Si incamminò, e ai
giornalisti non restò che seguirlo.
Il geniere li condusse a quello che
doveva essere l'entrata di un seminterrato.
L'odore era abominevole.
“Dovete mettervi le maschere antigas,
signori...” Affermò l'ufficiale.
I giornalisti obbedirono, un poco
timorosi. Entrarono. Il sergente gli stava alle calcagna. La luce
delle lampadine tascabili rivelò una scena da incubo. Lo spazio era
pieno di morti disseccati dal calore, di mummie con le bocche
oscenamente aperte.
Ma erano tutti soldati. Le
armi e gli elmetti erano evidenti.
Un giornalista
emise dei singulti. Stava per vomitare nella maschera. Il sergente lo
afferrò e lo portò fuori.
La voce
dell'ufficiale risuonò deformata dal filtro antigas.
“mmm... Di scene
così è piena la città... questi rifugi erano a prova di bomba e le
uscite si trovano lontano dagli edifici, in modo che le macerie non
le ostruissero.”
“Ma... E le donne
e i bambini morti?”
Chiese un
giornalista.
“Non abbiamo
trovato nemici non combattenti in questi rifugi.”
“Come?”
“Cosa vuole
dire?”
Le parole del
capitano avevano un suono grottesco.
“In parole
povere, le donne e i bambini in strada a beccarsi i confetti, questi
qua al sicuro...
Si
sarebbero salvati...mmm... se il bombardamento non avesse causato un
fuerstorm, una
tempesta di fuoco...Le fiamme hanno esaurito tutto
l'ossigeno...mmm... e il calore gli ha disseccati.
In un normale bombardamento di artiglieria, questi soldati non
sarebbero stati danneggiati.”
I giornalisti
rimasero ammutoliti.
Uscirono tutti dal
rifugio, e si tolsero le maschere.
I giornalisti
attorniarono il sergente, che si stava occupando del loro collega.
Cominciarono a
parlare tra di loro.
“I soldati al
sicuro e i civili fuori... non ci credo...”
“Ma i morti sono
veri... il bombardamento è finito un'ora fa... non potevano
trasportare dei cadaveri da fuori e piazzarli qui in meno di
un'ora...”
“Li avranno messi
prima!”
“Prima quando?”
“Signori, vedo
che avete molti dubbi... da soldataccio ignorante quale sono, mi
permettete un consiglio?” Disse Blackjack, in tono
leggermente ironico.
I giornalisti lo
fissarono.
“Se credete che
si tratta di un falso, girate per tutta la città e guardate in tutti
i seminterrati, e prendete qualche piastrina ai cadaveri, qualche
arma, qualsiasi cosa serva a identificare i corpi... ci sono dei
limiti fisici alla falsificazione...”
I giornalisti si
allontanarono di qualche passo e cominciarono a confabulare tra loro.
Il capitano dei
genieri era uscito dal rifugio, e si rivolse a Blackjack.
“mmm... Cosa
stanno facendo?”
“Chiacchierano
tra loro … quello che hanno visto non è politically correct...
tra un po' le chiederanno di girare per la città in cerca di prove,
dato che non credono ai loro occhi. Per loro, i cattivi siamo sempre
noi.”
Accadde proprio
così, e il capitano affidò una piccola scorta ad ognuno. I
giornalisti si dispersero.
Uno solo rimase per un attimo a parlare
con il sergente, che si era seduto su una maceria.
“Il capitano ha parlato della
fuerstirm...”
“Fuerstorm”
“Si, della
tempesta di fuoco... Che ha ucciso i soldati...”
“E allora?”
“Il bombardamento
è stato fatto in modo da ottenere la Fuerstorm...”
“....”
“è così? Il
comando lo sapeva? Sapeva dei soldati?”
Chiese in tono
veemente il giornalista, guardandolo dall'alto al basso.
“Non sono
autorizzato a rispondere a questa domanda.”
“E dei civili?
Sapevano dei civili?”
“Il termine
ufficiale è “nemici non armati”. Non esistono civili, dalla loro
parte.”
“Ma.. ”
“C'è una cosa,
che noi abbiamo imparato a nostre spese.
Qualsiasi cosa
negativa noi pensiamo del nemico, è probabilmente vera.
Siamo malvagi noi,
che abbiamo sparato a questi soldati che si coprivano con le loro
donne? O siamo costretti a farlo?
Risponda
onestamente.”
Il giornalista non
seppe cosa dire.
Il sergente
sogghignò.
“Basta una
domanda semplice... solo un si o un no... e quelli come voi non
parlano più.”
Si drizzò in
piedi, stiracchiandosi.
“la sua scorta la
aspetta. Vada. Quello che vedrà la azzittirà di più, se non
vorrà dire la verità...”
(1)
altro soprannome dei controllori areali droni di sorveglianza
ogni tanto, si sente l'esigenza di un post NATALIZIO...
RispondiEliminaMa sono convocati solo i giornalisti più "refrattari" all'idea della Reconquista? Non ce n'è uno che non accetti la realtà.
RispondiEliminaRealistico, a suo modo.
il sottoscritto parte dall'idea che TUTTI i giornalisti esteri siano "organici"... o perlomeno, lettori di "repubica"...
RispondiEliminaVisto l'appendice messa sul precendente (La manifestazione), ti invio un "resoconto" che potrebbe attagliarsi a questo racconto, notare il titolo dell'operazione visto che oggi è Natale (auguri!)... ;)
RispondiEliminaQuindi sarebbe antecedente all'altra (Gaio Febbraio).
Rapporto sull’operazione "Adeste Fideles".
L’operazione "Adeste Fideles" è stata concepita come rappresaglia per l’eccidio di ***, dove come noto i cittadini della Repubblica schiavi del nemico erano stati bruciati, i più vivi, prima che il nemico si ritirasse.
Il comando dell’Armata ha deciso pertanto di colpire la città di ***, sede a suo tempo di marce della pace e manifestazioni di solidarietà con il nemico e oggi caposaldo militare del nemico stesso. Il valore artistico è storico di *** è stato devastato dal nemico e pertanto non vi erano motivi per non dichiararla obiettivo militare.
Il lungo periodo fra l’eccidio di *** (11 ottobre) e l’operazione "Adeste Fideles" (25 dicembre) è stato deliberatamente fatto trascorrere per:
A: far credere al nemico che non si sarebbe attaccata ***
B: preparare al massimo gli equipaggi per la missione senza insospettire il nemico.
In questo lasso di tempo si sono addestrati alla missione non meno di cento piloti con i rispettivi aerei, per ottimizzare la confidenza fra ogni pilota e il suo mezzo, selezionare gli equipaggi più idonei e studiare le migliori tecniche di ingaggio facendole passare per esercitazioni o per operazioni di secondaria importanza in supporto alle forze terrestri.
Con la necessità di dare una dimostrazione di forza e demoralizzare il nemico, si è stabilito un attacco con bombe incendiare in modo da creare una tempesta di fuoco tale da consumare l’aria degli occupanti i bunker che si sapevano scavati sotto la città.
Dei cento piloti inizialmente scelti si sono selezionati 25 elementi con la massima confidenza con il loro mezzo. La loro preparazione è continuata da basi distinte e senza preavvisi o piani dettagliati. Solo la sera del 24 dicembre i 25 aerei sono stati armati con il reale armamento di caduta previsto. I 25 aerei si sono levati in volo da quattro basi diverse, sette da una e sei dalle altre tre, riunendosi poi in una formazione a mezzaluna facilmente mutabile in formazione a gruppi di quattro, più facilmente difendibile. La riunione dei quattro gruppi è avvenuta alle 0.45 del 25 dicembre.
Il profilo di missione è stato il classico Hi-Lo-Hi, con arrivo e scampo ad alta quota per ridurre i consumi e sola penetrazione sull’obiettivo a bassa quota. Le caratteristiche stealth degli aerei impiegati hanno consentito questo profilo. I 25 aerei si sono tutti presentati sull’obiettivo alle 2.05 del 25, all’incirca da ovest, sganciando contemporaneamente i loro carichi sulla città, in modo da creare una tempesta di fuoco. Anche questo scopo è stato ottenuto. Non vi è stata reazione nemica né prima né dopo l’attacco. I 25 aerei sono rientrati alle loro basi alle 3.45 del 25 dicembre, senza danni.
Gli analisti dell’Armata hanno calcolato che il colpo inferto al morale del nemico presente sul nostro territorio sia superiore al cinque per cento, grazie anche alla copertura mediatica data dall’Armata che ha occupato la zona già nella tarda mattinata del 25 dicembre.
Si può considerare l’operazione "Adeste Fideles" come un pieno successo.
Il "Consiglio dei Saggi" suggerisce di compiere un’operazione analoga, ma con l’uso di missili cruise lanciati da sommergibili ed equipaggiati con munizionamento specializzato per esplosioni letali a breve raggio (codice DIME), per una importante manifestazione politica che si deve svolgere il prossimo 12 febbraio nella città di *** (operazione "Gaio Febbraio").
Spunto estremamente interessante! ..... mmm ... "Adeste Fideles" però, come la vedo io, sarebbe un'operazione prettamente militare e non avrebbe a che fare con quel piccolo e schifoso eccidio... molto semplicemente, il nemico avrebbe fortificato quella città perchè supponeva che l'armata se la fosse lasciata dietro, come aveva fatto altre volte...
RispondiEliminaBuon Natale a te e famiglia!