martedì 5 novembre 2013

sketch di un romanzo/sceneggiatura/fumetto da fare...Esibizione

Il Tenente camminava per le strade della Retrovia (1), con il sergente a fianco. Nell'ultimo periodo, il sottufficiale si comportava come un padre apprensivo che volesse sapere quello che la figlia faceva fuori casa. La giovane donna ne era divertita, e del resto le piaceva la compagna di quel cinico veterano.
Un uomo e una donna in uniforme erano uno spettacolo comune, e i civili intorno non li badavano. Arrivati a una piazza, il Tenente vide delle strane costruzioni e dei mezzi corazzati.
"Cos'è?"
Blackjack guardò e rispose.
"Ah già, è una esibizione di materiale nemico catturato... sembra che questa sia anche un'installazione artistica..."
"Arte? Mi interessa, andiamo a vedere."
Si avviarono.
L'Esibizione era costruita come un percorso che si snodava nella piazza. Per entrare bisognava passare tra due strutture a piramide alte una decina di metri. La donna si fermò a osservarne una da vicino. Era una piramide quadrata di qualcosa che sembrava vetro nero, e sulle sue facce erano posati, in file ordinate, degli elmetti nemici, alcuni danneggiati, altri integri. I caschi la ricoprivano completamente. La struttura era neutra , asettica, ma dava l'impressione di essere essere altro... qualcosa di simile a un ossario, a una rastrelliera di teschi atzeca.
L'ufficiale entrò nell'esibizione, seguita dal sergente.
Oltre l'ingresso, si doveva passare tra decine di divise nemiche vuote, tenute su da ometti di metallo. Le persone si aggiravano tra questi abiti inamidati, senza toccarli. Le divise erano stirate, e ma alcune erano bucate e strappate. Lora ne notò una che era percorsa da uno strappo oblungo che l'attraversava dal basso all'altro... anche una manica era strappata. Chi la indossava era stato quasi tagliato in due... represse un brivido.
Comunque, restava una sensazione di irrealtà. Le divise sembravano appena uscite di fabbrica, e mai indossate.
Usciti dal labirinto, la sensazione continuò. Appoggiati su delle piattaforme c'erano dei trofei fatti di armi nemiche. Il Tenente si fermò a fissarne uno. Si trattava di un portacaricatore con sopra una maschera antigas, e sotto due mitragliatori incrociati. Il tutto in pessime condizioni. Le lenti della maschera erano rotte, e i calci delle armi erano scheggiati. Ma tutto era pulito, apparentente nuovo. Il legno delle calciature era addirittura tirato a lucido.
Più avanti, iniziava l'esibizione dei mezzi.
Il primo era un tank. A giudicare dagli squarci, era stato colpito da un proiettile decalibrato. Giocattoli del genere, per quanto ne sapeva lei, distruggevano qualsiasi cosa incontrassero all'interno del carro, oltre a fare buchi nella corazza. Ma le lamiere arricciate erano assurdamente scintillanti, lustre. La tinta mimetica era stata ridipinta in modo quasi maniacale. L'interno non si vedeva dallo squarcio, ma Lora ne era certa, addirittura lo sentiva, che era tutto in ordine, tutto nitido. Lei aveva visto l'interno di un carro distrutto, ed si ricordava che era la cosa più simile a un immondezzaio infernale che avesse mai visto...
Represse un brivido, e si rivolse al suo accompagnatore.
"che ne pensa?"
il sergente rispose, in un tono compiaciuto.
"Il tizio è un dannato genio... è riuscito a anestetizzare tutto. Ma il fatto che sia tutto netto, pulito, in ordine, da più fastidio che la vista del sangue... è proprio come vedono la guerra i civili."
Mentre parlavano, avvenne qualcosa.
Una donna molto giovane, con la ricercata trasandatezza da radical chic, cominciò a inveire come un cane contro la guerra e i soldati, lodando nello stesso tempo i sani valori del nemico...
Aveva un'aria da predicatore catastrofista. I due soldati la guardarono vagamente divertiti. Un uomo anziano con un bastone, invece, appariva sempre più alterato. A un tratto, gli si avvicinò e gli diede una bastonata in testa. L'aggressione era così inaspettata che nessuno si mosse. La predicatrice cadde sul marciapiede.
"Quelli che tu difendi hanno ucciso mia sorella!! E mio figlio!"
Strillò piangendo il vecchio, mentre alzava di nuovo il bastone per percuotere il corpo a terra. Una donna anziana arrancò in fretta e gridò:" Fermo Giovanni! Sei impazzito?!?". Il vecchio si fermò col bastone a mezz'aria. La donna lo spinse via, rimproverandolo.
Nessun altro si mosse. Il corpo a terra cominciò a muoversi, e iniziò a emettere un gemito che Blackjack trovò estremamente gradevole. L'ufficiale si mosse per soccorrerla, ma la mano del Sergente si serrò sul suo avambraccio. La donna guardò prima la mano, poi fissò la faccia del sottufficiale, che aveva una espressione impenetrabile.
"Lasci stare, mia Signora. La cretina aveva bisogno di una lezione...".

Con irremovibile dolcezza, Blackjack condusse Lora lontano. La gente riprese a fare quello che faceva prima, senza degnare di uno sguardo la predicatrice piangente. 

(1) Gergo per indicare la Capitale provvisoria della Repubblica.



alcune spiegazioni sull'immagine. si tratta di una piramide di Pikehaube tedeschi innalzata dagli Americani nel 1918 a New York , nell'ambito delle mostre per finanziare i War Loans. A me ha fatto una strana impressione, che si comprende benissimo nel racconto.
questa altra foto la fa vedere nelle sue vere dimensioni.


4 commenti:

  1. Oh, finalmente riprende a scorrere il radioso futuro di sangue, m***a e pallottole.
    E c'è proprio la peggiore delle distorsioni della guerra: niente sangue, niente m***a, poche o niente pallottole.

    RispondiElimina
  2. è la visione ideale della guerra, quella che fa comprare i buoni del tesoro. quella dei giornalisti embedded...

    RispondiElimina
  3. Certo che quella piramide doveva essere uno spettacolo agghiacciante, particolarmente per la gente dell'epoca che ricordava ancora benissimo la guerra di trincea! Piuttosto, mi sembra di ricordare che i War Bonds sono sempre stati un investimento terribile, ma non sono sicuro. Tu ne sai qualcosa?

    RispondiElimina