Il
Tenente camminava per le strade della Retrovia (1), con il sergente
a fianco. Nell'ultimo periodo, il sottufficiale si comportava come un
padre apprensivo che volesse sapere quello che la figlia faceva fuori
casa. La giovane donna ne era divertita, e del resto le piaceva la
compagna di quel cinico veterano.
Un uomo e una donna in uniforme
erano uno spettacolo comune, e i civili intorno non li badavano.
Arrivati a una piazza, il Tenente vide delle strane costruzioni e dei
mezzi corazzati.
"Cos'è?"
Blackjack
guardò e rispose.
"Ah
già, è una esibizione di materiale nemico catturato... sembra che
questa sia anche un'installazione artistica..."
"Arte?
Mi interessa, andiamo a vedere."
Si
avviarono.
L'Esibizione
era costruita come un percorso che si snodava nella piazza. Per
entrare bisognava passare tra due strutture a piramide alte una
decina di metri. La donna si fermò a osservarne una da vicino. Era
una piramide quadrata di qualcosa che sembrava vetro nero, e sulle
sue facce erano posati, in file ordinate, degli elmetti nemici,
alcuni danneggiati, altri integri.
I caschi la ricoprivano completamente. La struttura era
neutra , asettica, ma dava l'impressione di essere essere altro...
qualcosa di simile a un ossario, a una rastrelliera di teschi atzeca.
L'ufficiale
entrò nell'esibizione, seguita dal sergente.
Oltre
l'ingresso, si doveva passare tra decine di divise nemiche vuote,
tenute su da ometti di metallo. Le persone si aggiravano tra questi
abiti inamidati, senza toccarli. Le divise erano stirate, e ma alcune
erano bucate e strappate. Lora ne notò una che era percorsa
da uno strappo oblungo che l'attraversava dal basso all'altro...
anche una manica era strappata. Chi la indossava era stato quasi
tagliato in due... represse un brivido.
Comunque,
restava una sensazione di irrealtà. Le divise sembravano appena
uscite di fabbrica, e mai indossate.
Usciti
dal labirinto, la sensazione continuò. Appoggiati su delle
piattaforme c'erano dei trofei fatti di armi nemiche. Il Tenente si
fermò a fissarne uno. Si trattava di un portacaricatore con sopra
una maschera antigas, e sotto due mitragliatori incrociati. Il tutto
in pessime condizioni. Le lenti della maschera erano rotte, e i calci
delle armi erano scheggiati. Ma tutto era pulito, apparentente nuovo.
Il legno delle calciature era addirittura tirato a lucido.
Più
avanti, iniziava l'esibizione dei mezzi.
Il
primo era un tank. A giudicare dagli squarci, era stato colpito da un
proiettile decalibrato. Giocattoli del genere, per quanto ne sapeva
lei, distruggevano qualsiasi cosa incontrassero all'interno del
carro, oltre a fare buchi nella corazza. Ma le lamiere arricciate
erano assurdamente scintillanti, lustre. La tinta mimetica era stata
ridipinta in modo quasi maniacale. L'interno non si vedeva dallo
squarcio, ma Lora ne era
certa, addirittura lo sentiva,
che era tutto in ordine, tutto nitido. Lei aveva visto l'interno di
un carro distrutto, ed si ricordava che era la cosa più simile a un
immondezzaio infernale che avesse mai visto...
Represse un brivido, e si rivolse al suo accompagnatore.
"che ne pensa?"
il sergente rispose, in un tono compiaciuto.
"Il tizio è un dannato genio... è riuscito a
anestetizzare tutto. Ma il fatto che sia tutto netto, pulito, in
ordine, da più fastidio che la vista del sangue... è proprio come
vedono la guerra i civili."
Mentre parlavano, avvenne qualcosa.
Una donna molto giovane, con la ricercata trasandatezza
da radical chic, cominciò a inveire come un cane contro la guerra e
i soldati, lodando nello stesso tempo i sani valori del
nemico...
Aveva un'aria da predicatore catastrofista. I due
soldati la guardarono vagamente divertiti. Un uomo anziano con un
bastone, invece, appariva sempre più alterato. A un tratto, gli si
avvicinò e gli diede una bastonata in testa. L'aggressione era così
inaspettata che nessuno si mosse. La predicatrice cadde sul
marciapiede.
"Quelli che tu difendi hanno ucciso mia sorella!! E
mio figlio!"
Strillò piangendo il vecchio, mentre alzava di nuovo il
bastone per percuotere il corpo a terra. Una donna anziana arrancò
in fretta e gridò:" Fermo Giovanni! Sei impazzito?!?". Il
vecchio si fermò col bastone a mezz'aria. La donna lo spinse via,
rimproverandolo.
Nessun altro si mosse. Il corpo a terra cominciò a
muoversi, e iniziò a emettere un gemito che Blackjack trovò
estremamente gradevole. L'ufficiale si mosse per soccorrerla,
ma la mano del Sergente si serrò sul suo avambraccio. La donna
guardò prima la mano, poi fissò la faccia del sottufficiale, che
aveva una espressione impenetrabile.
"Lasci stare, mia Signora. La cretina aveva bisogno
di una lezione...".
Con irremovibile dolcezza, Blackjack condusse
Lora lontano. La gente riprese a fare quello che faceva prima,
senza degnare di uno sguardo la predicatrice piangente.
(1)
Gergo per indicare la Capitale provvisoria della Repubblica.
alcune
spiegazioni sull'immagine. si tratta di una piramide di Pikehaube
tedeschi innalzata dagli Americani nel 1918 a New York , nell'ambito
delle mostre per finanziare i War Loans. A me ha fatto una strana
impressione, che si comprende benissimo nel racconto.
questa
altra foto la fa vedere nelle sue vere dimensioni.
Oh, finalmente riprende a scorrere il radioso futuro di sangue, m***a e pallottole.
RispondiEliminaE c'è proprio la peggiore delle distorsioni della guerra: niente sangue, niente m***a, poche o niente pallottole.
è la visione ideale della guerra, quella che fa comprare i buoni del tesoro. quella dei giornalisti embedded...
RispondiEliminaCerto che quella piramide doveva essere uno spettacolo agghiacciante, particolarmente per la gente dell'epoca che ricordava ancora benissimo la guerra di trincea! Piuttosto, mi sembra di ricordare che i War Bonds sono sempre stati un investimento terribile, ma non sono sicuro. Tu ne sai qualcosa?
RispondiEliminaahimè, non ne so niente!
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