Oltre a questo, cambiò l'armamento dei guerrieri e li sottopose a un severo addestramento.
Shaka, per prima cosa, aggiunse alla lunga Ipapa con una più corta iklwa (13), con una lama di ferro lunga da 35 a 45 cm e larga 5 cm, a forma triangolare. La lancia corta era dotata di un manico di 70-80 cm. Nell'insieme, l'arma era lunga 1 m / 1,20 m, ed era usata per trafiggere, come un gladio. La lama era così affilata che i guerrieri la usavano per rasarsi il capo. Un'altra arma era lo iwisa, una mazza da guerra in legno duro, con una palla all'estremità (14).
L'altra novità era lo isiHlangu (15), lo scudo di guerra, a forma ovale con estremi appuntiti, alto 1,215 m e largo 75 cm. Lo scudo, prodotto col cuoio dei migliori capi bovini, copriva interamente il tronco del guerriero, ed era pensato per agganciare lo scudo del nemico, in modo da esporlo ai colpi di iklwa. Seguendo l'innovazione di Dingiswayo, la colorazione dello scudo indicava il reggimento. Lo schema era questo: I reggimenti costituiti interamente da uomini non sposati (16) erano caratterizzati da scudi neri, o scudi nei quali il nero era il colore predominante. Reggimenti costituiti completamente da ammogliati, o con aliquote di celibi, avevano scudi di colore rossiccio. Più un reggimento era veterano, più aumentava il colore bianco. Uno scudo completamente bianco equivaleva a una medaglia al valore.
Lo scudo da guerra dello stesso Shaka era bianco, con un punto nero al centro.
I guerrieri portavano anche un'uniforme costituita da pelli di animale, formata basicamente da un copricapo (spesso decorato con piume), una specie di gonna corta o kilt, e dei gambali e bracciali di code di bovino. Al contrario degli scudi, le uniformi non erano sottoposte a un regolamento reale, e di conseguenza, il comandante del reggimento vestiva gli uomini a suo piacimento.
La tenuta di un guerriero Zulu era dunque questa:
Un grande scudo, una o due lance lunghe, una lancia corta, a volte una mazza da guerra, e un'uniforme.
A ogni parte dell'equipaggiamento erano legati regolamenti e tabù.
Stranamente, sembra che l'unica parte dell'equipaggiamento fornita dal Re fosse lo scudo, e i guerrieri erano tenuti a procurarsi il resto. Nonostante questo, tutte le iklwa erano simili, senza grandi variazioni di dimensioni e foggia.
Gli scudi da guerra erano affatturati prima della battaglia, di conseguenza chi perdeva lo isiHlangu era considerato un violatore di tabù e un codardo, e se scoperto dagli ufficiali veniva immediatamente ucciso dopo lo scontro, così come chi perdeva la iklwa o si presentava dopo la battaglia con la lama non macchiata dal sangue del nemico.
La iklwa stessa, del resto, era considerata come qualcosa di impuro (colei che toglie la vita), e era vietato tenerla in mano in presenza di un superiore, o entrare con essa nella capanna del superiore, oppure danzare con essa (ovviamente, sembrano sensate limitazioni da zona non di guerra).
La mazza, invece, non era sottoposta a questi tabù, dato che faceva parte della dotazione di ogni maschio dall'infanzia... poteva anche sostituire la iklwa nei balli.
Per ultimo, il copricapo, comprendente dei paraorecchie, che secondo la tradizione impediva al guerriero di sentire le maledizioni o le invocazioni dei nemici, rendendolo così immune alla pietà o al timore superstizioso.
Con questo equipaggiamento, i guerrieri di Shaka vennero addestrati a correre per chilometri senza riposo, con un minimo rifornimento d'acqua e cibo, su terreni di qualsiasi tipo. In media, un guerriero poteva percorrere al trotto cinquanta chilometri in un giorno, e combattere all'arrivo. In rari casi, i guerrieri riuscivano a percorrevano una distanza doppia.
I tradizionali sandali di Re Dingiswayo erano banditi, in quanto fonte di rallentamento. La danza collettiva era una tradizione Ngomi, e diventò parte dell'addestramento militare danzare per ore su terreni cosparsi di spine, allo scopo di indurire la pianta dei piedi.
Oltre a tutto questo, Shaka addestrò i suoi uomini ad agire in gruppo, seguendo le indicazioni dei comandanti.
(13) Sia Ipapa che iklwa sono nomi onomatopeici. Pa-pa indica il rumore della lancia in volo, e klwa indica il suono delle penetrazione e ritrazione nel corpo del nemico.
(14) Questa era l'attrezzo dei maschi Ngomi dal 5 anno di età. Era l'arma tradizionale per gli scontri corpo a corpo. Gli Zulu si differenziavano appunto perché usavano la iklwa.
(15) Nella cultura Zulu esistono 12 nomi per indicare diversi tipi di scudi, ognuno con proprie caratteristiche e usi. Ricordiamo lo iHubelo, scudo usato nella caccia, e lo Gqoka, piccolo scudo usato nella danza.
(16) la differenziazione sarà spiegata successivamente.
La nuova guerra.
Con il suo piccolo e nuovo esercito, Shaka attaccò per prima la tribù Elangeni, proprio quella di origine della madre.
Le quattrocento lance di Shaka giunsero nottetempo al villaggio dopo una marcia di 40 chilometri, e costrinsero i nemici alla resa, senza nemmeno combattere.
Shaka mise a morte (17) chiunque ricordasse che avesse maltrattato la madre e lui stesso, e invece graziò quelli che invece avevano dimostrato compassione (18). Molto teatralmente, dopo aver pronunciato la sentenza di morte di fronte ai condannati, Shaka si spogliò e si lavò in pubblico, affermando che la loro vista lo aveva contaminato (19).
Questa rapida campagna (o azione commando) raddoppiò il numero di guerrieri disponibili.
Subito dopo aver addestrato le nuove reclute, Shaka dichiarò guerra alla tribù Butelezi, il cui re, Pungashe, lo aveva insultato pubblicamente.
I Butelezi agirono in maniera tradizionale, accordandosi su un luogo e un giorno. Alla data stabilita, i due schieramenti si fronteggiarono. Seicento guerrieri Butelezi da una parte, settecentocinquanta Zulu dall’altra, con le donne e i bambini Butelezi presenti per incitare i loro uomini. I Butelezi erano schierati in riga, mentre Shaka dispose il suo esercito nella nuova formazione "corna di bufalo"(20).
Mentre i Butelezi iniziavano il tradizionale scambio di insulti, Shaka, in prima fila nello schieramento, arringò gli uomini: “ Ricordatevi! Combattere come un eroe è alimento per leggende, combattere come un gruppo è alimento per la vittoria!” e scattò all'assalto. I nemici non fecero neanche tempo a tirare le lance, che furono investiti dalla carica. I guerrieri Butelezi non potevano reggere alla pressione, e cominciarono a fuggire. Le due corna dello schieramento li circondarono, intrappolando anche le donne e i bambini.
Tutti furono trucidati.
Dopo aver vinto sul campo, Shaka mandò i suoi a catturare il bestiame e la popolazione, a uccidere le persone inutilizzabili (21) e a distruggere il villaggio...
Pungashe fu Hlala Kahle (fatto ben sedere, cioè impalato).
Come si può vedere, Shaka combatteva in un modo che non si era mai visto in quell'angolo di mondo. Una guerra totale, senza nessuna limitazione o pietà. Qualcosa di assolutamente inedito.
(17) Il metodo più usato era un colpo di mazza alla nuca o l'impalamento. Nonostante la relativa vicinanza degli schiavisti arabi, questo tipo di esecuzione era stato elaborato autonomamente dalla cultura Ngomi, sebbene originariamente limitato a crimini di stregoneria. Sotto Shaka sembra che divenne una punizione molto somministrata.
(18) Che memoria lunga!
(19) Questo esibizionismo sarà una costante della vita pubblica di Shaka.
(20) Sarà spiegata in un secondo tempo.
(21) Sembra che per Shaka le sole persone utili in questa tribù fossero le donne giovani.
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