continua dalla prima parte.
Ma chi erano queste donne che volevano indossare una divisa, portare un fucile, e, sopratutto, rischiare la vita al fronte? Non è mai stato fatto uno studio accurato su di loro, sopratutto perché il regime sovietico successivo le vide come avversarie, e fece di tutto per cancellarne la memoria. Secondo il bando di arruolamento, qualsiasi donna dai 16 a 40 anni poteva partire volontaria (ovviamente, le sedicenni dovevano avere il consenso dei genitori).
Doveva avere un titolo di studio (15), e, al contrario del precedente sistema zarista, passare un accurato esame medico (sembra che ci fosse una particolare attenzione nello scoprire le donne incinte).Ma chi erano queste donne che volevano indossare una divisa, portare un fucile, e, sopratutto, rischiare la vita al fronte? Non è mai stato fatto uno studio accurato su di loro, sopratutto perché il regime sovietico successivo le vide come avversarie, e fece di tutto per cancellarne la memoria. Secondo il bando di arruolamento, qualsiasi donna dai 16 a 40 anni poteva partire volontaria (ovviamente, le sedicenni dovevano avere il consenso dei genitori).
Dai dati disponibili, sembra che il panorama delle richiedenti fosse estremamente variegato. Le richieste di arruolamento provenivano da tutte le parti della Repubblica, da tutte le etnie e le religioni... ci furono richieste di donne ortodosse, cattoliche, protestanti, ebree, siberiane, estoni, russe, ucraine, addirittura di zingare. Esse erano contadine, operaie, infermiere volontarie, cameriere, commesse, donne della classe media e aristocratiche, tra queste le figlie di un Ammiraglio (16) e di un Generale. Almeno il 30% delle arruolate erano studentesse universitarie, mentre il 50% del battaglione era composto da analfabete (e quindi si dovettero organizzare dei corsi scolastici interni). Le motivazioni ufficiali variavano dalla vendetta personale (parenti di soldati caduti), alla convinzione politica femminista, al fervente patriottismo. Molte si arruolarono anche per oltrepassare le limitazioni alla loro condizione imposte dalla guerra e dal costume. Le donne di tendenze bolscevizzanti erano scartate, in quanto la Bochkareva non voleva inquinamenti politici. Inquadrate tra le volontarie, c'erano inoltre una decina di veterane provenienti da reparti maschili, alcuni ufficiali donne (Marija Leontevna stessa era stata promossa tenente), un piccolo nucleo medico di sei infermiere e una dottoressa.
Ufficiali del I° battaglione. Il tenente Skrydlova è quella al centro con l'orologio da polso. |
Per il suo battaglione, Yashka sembra preferisse delle donne robuste dalle mani callose a sifilidi dalla unghie curate... supponendo, non a torto, che le prime avrebbero retto meglio ai disagi che le aspettavano (ella stessa era caratterizzata da una grande forza fisica). Alcuni commentatori vedono oggi in questo fenomeno di volontariato femminile una specie di outing lesbico e omosessuale di massa... Questa conclusione mi sembra piuttosto difficile da accettare. È possibile che tra le donne che cercassero di arruolarsi ci fossero delle omosessuali, ma le fonti dell'epoca, anche quelle dichiaratamente ostili, non parlano affatto di “viziosità”(17) simili. Inoltre, almeno sette volontarie furono espulse dal Battaglione per essersi trovate in “istato interessante”, quindi dovevano per forza aver avuto rapporti sessuali con uomini. È facile immaginare che, dato il particolare puntiglio della Bochkareva e del governo provvisorio verso la moralità delle volontarie, le candidate omosessuali sarebbero state subito scartate quando riconosciute tali, in quanto possibili cause di perturbazioni all'interno del battaglione e di disdoro all'esterno. Obbiettivamente, una volta arruolate, queste donne rinunciavano agli aspetti esteriori della loro femminilità.
Rasatura a zero delle reclute (da notare che all'epoca era una rinuncia assai più grave che oggi) |
In riga per l'ispezione |
Erano subito rapate a zero e vestite con i tipici camiciotti e pantaloni verdi da soldati russi. Non furono mai disegnate e cucite delle uniformi specifiche per loro. L'unico problema furono le calzature, dato che alcune soldatesse avevano i piedi di misure troppo piccola per le forniture militari (i soldati russi usavano e usano stivali di cuoio a gambale). Subito dopo il giuramento solenne, Yashka era solita accogliere le reclute in questo modo: “ Bene Camerati, l'abbiamo fatto! Non c'è più Fekla, Marija e Lukerija, ma soldati dell'Esercito Russo!”. Al ché, vietava i flirt con gli uomini presenti nella caserma, proibiva le risatine (e in genere le frivolezze femminili), incoraggiava l'uso del pestilenziale tabacco russo e trattava le soldatesse a bestemmie. Diceva anche : ”A chiunque vi considera come una baba (baba è un termine denigratorio per donna) o vi tratta come una baba – colpitelo sul muso senza grandi discorsi. So per esperienza che questo è il miglior modo per dimostrare che non sei una baba. Peraltro, molti di questi uomini non lo vogliono capire.“. Indubbiamente, il suo personale percorso nell'Esercito Zarista doveva essere stato piuttosto accidentato, ed ella aveva sviluppato lo convinzione che le donne, per vivere in un ambiente caratterizzato dal maschilismo, avrebbero dovuto dimostrare agli uomini di essere ben più dure di loro (18).
La scrematura effettuata dalla Bochkareva sembra fosse piuttosto drastica e brutale. Sembra che durante il primo giorno di selezione espellesse una trentina di candidate, il secondo giorno una cinquantina. Alcune soldatesse del 2° Battaglione rivelarono che picchiava come un sergente del vecchio esercito zarista. Marija Leontevna aveva espressamente richiesto degli addestratori esperti come istruttori, e il ministro della guerra Kerensky gliene fornì quaranta. Grazie a loro, l'accelerato addestramento fu adeguato alle necessità, sebbene all'inizio le volontarie non fossero prese sul serio dagli stessi addestratori.... Ma dopo aver constatato che le donne reggevano un addestramento di 12 ore al giorno, si adattavano al rancio e alla vita nelle camerate, non chiedevano licenze, e volevano uscire dalla caserma solo per combattere, uno degli istruttori affermò: “Non c'è una unità meglio preparata e meglio disciplinata nell'esercito russo” (successivamente, gli istruttori seguirono il reparto in prima linea). Bisogna anche rilevare che il battaglione femminile era sostanzialmente un reparto di fucilieri, e l'addestramento militare era probabilmente incentrato solo sullo sparare col fucile e sull'attacco alla baionetta, cose relativamente semplici da insegnare e imparare. La pletora di specializzazioni che si stava imponendo per gli assaltatori (armi automatiche, combattimento a distanza ravvicinatissima, virtuosità con le bombe a mano, uso dei lanciafiamme, ecc) non erano state considerate necessarie. L'unica differenza con un reparto maschile, era che le soldatesse si esercitavano con la versione carabina del Mosin Nagant, pesante 3.5 kg, mentre il Mosin Nagant normale pesava 4 kg.
Istruzione al tiro |
Mentre una parte della società civile approvava e sosteneva le Amazzoni, altri remavano contro... Nel periodo di arruolamento, Marija Leontevna ricevette almeno 30 lettere anonime di minaccia. Durante il periodo di addestramento, le soldatesse venivano spesso insultate da bolscevichi e disertori. Yashka fu aggredita di fronte alla caserma, ma gli aggressori fuggirono quando le Amazzoni puntarono le armi dalle finestre. In Luglio, il Soviet di San Pietroburgo fece una richiesta formale di sciogliere tutti i battaglioni femminili, in quanto le donne “non erano idonee a svolgere il servizio militare” e perché la formazione di questi corpi “era una manovra segreta della borghesia che vuole fare la guerra fino alla vittoria” (ma pensa te!) (19)... altri, come molti familiari dei soldati al fronte, speravano soltanto in una fine immediata della guerra. Il 21 Giugno, il battaglione femminile sfilò a passo di parata dai suoi accasermamenti fino alla Cattedrale di San Isacco, dove lo attendevano il Generale Kornilov, il presidente della Duma Rodzianko, i leader di diversi partiti politici, soldati, marinai e gente comune. Due vescovi e dodici sacerdoti ortodossi benedissero il reparto, le due icone (regalate dai soldati della prima e della terza armata), e la bandiera di battaglione, regalo del ministro della guerra Kerensky. La bandiera riportava in oro il nome di Marija Leontevna, e se ella fosse morta in combattimento, sarebbe stata esposta nella cattedrale come una reliquia. Il Generale Kornilov regalò alla Bochkareva una pistola e una sciabola con intarsi in oro, mentre il ministro Kerensky gli appuntava le spalline da ufficiale. Dopo la cerimonia, Yashka fu portata in trionfo sulle spalle da un gruppo di soldati e marinai entusiasti (Ma mentre il battaglione sfilava, dalla folla plaudente si sentivano anche insulti isolati)
La Bandiera del battaglione donata da Kerensky (sopra c'è scritto “il reparto femminile della morte comandato da Marija Bochkareva) |
Completato l'accelerato addestramento, e ricevuta la benedizione e la bandiera, il reparto fu trasferito verso il fronte. In ottemperanza allo scopo propagandistico, le soldatesse esibivano bandiere e striscioni con scritte di questo tenore: “ Niente riguardi per i vigliacchi!” “Liberiamo le distrutte Polonia e Lituania!” “Fedeli agli alleati, non li tradiremo!” “ Deboli nel fisico ma rese forti dalla fiducia nel nostro coraggio, disprezziamo tutti i vigliacchi e i disertori!”(20) “Il tradimento è peggio della morte, viva gli alleati!”. Il vessillo di battaglione era alla cima della colonna, subito seguito da un'altra bandiera con su scritto “Guai ai vinti”.Arrivate in zona di operazioni, il battaglione trovò un ambiente non molto diverso da quello di San Pietroburgo. I soldati di prima linea le accolsero in questo modo : “Perché siete qui? Volete combattere? Noi vogliamo la pace! Ne abbiamo abbastanza della guerra!!” e amenità simili. L'esercito al fronte era pesantemente influenzato dalla propaganda disfattista, e i soldati trovarono le soldatesse ridicole, o addirittura pericolose, in quanto la loro presenza indicava l'imminenza di una offensiva (21). L'augurata “vergogna” si era tradotta in “vergogna e ostilità”. Non bisogna poi dimenticare un certo “odio sessuale” da parte degli uomini... la prima notte al fronte , le sentinelle del battaglione scacciarono i militi che “volevano vedere le ragazze” nei loro alloggiamenti, con queste parole: “ Non ci sono ragazze. Qua ci sono solo soldati.”. Successivamente, le soldatesse non “fraternizzarono” come sarebbe piaciuto ai maschietti.Tutte le volontarie si consideravano unicamente “combattenti” ed erano lì solo per quello, non per altre attività. Nonostante l'evidente rifiuto, gli amorosi non demordettero, e continuarono a assediare le Amazzoni. Un certo scetticismo era condiviso dai quadri superiori, e, in pratica ogni giorno, il battaglione riceveva visite di ufficiali che volevano vedere con i propri occhi l'efficienza delle Amazzoni. Nonostante tutti questi boicottaggi, le donne proseguirono la loro preparazione, che culminò in una marcia di 12 km. Tutte le donne-soldato la completarono, mentre gli uomini che le accompagnavano crollarono dalla fatica.
NOTE:
(15) Almeno saper leggere e scrivere. (16) la figlia dell'Ammiraglio era Marija Nikolaevna Skrydlova ed era un altro personaggio interessante. Ex infermiera volontaria, parlava correttamente tre lingue. Aveva assistito al quasi linciaggio del padre durante la Rivoluzione di Febbraio, e in ospedale era riuscita a tenere a bada per quaranta minuti la folla imbestialita che voleva uccidere un altro ufficiale. Decise quindi di arruolarsi. Divenne l'ufficiale in seconda della Bochkareva , ed ne era il complemento ideale. Dopo la smobilitazione, sembra non venne molestata dai bolscevichi, e nel 1926 emigrò in Europa seguendo il marito, un ingegnere tedesco. (17) All'epoca avrebbero usato sicuramente questo termine, se non “depravazione”. (18) Cosa oggi dimostrata negli ambienti di lavoro misti. (19) Che progressisti!...comunque, come la maggior parte delle loro enunciazioni, era puramente dialettica. (20) È opinione dell'autore che i bolscevichi si sentissero direttamente tirati in causa da questo slogan. (21) È interessante riportare che un atteggiamento del genere si diffuse anche tra i britannici all'arrivo delle WAAC sul fronte francese nel '17 e nel '18. Donne nelle retrovie volevano dire più uomini nelle prime linee.
continua
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