A
vederla dall'alto, la strada assomigliava a un imbuto. Appena uscita
dall'abitato occupato, iniziava a essere racchiusa da blocchi di
cemento a forma di L. Proseguendo verso l'esterno, i blocchi salivano
sull'asfalto restringendo piano piano la carreggiata. Andando più
avanti, l'automobile non aveva più spazio per girare, avrebbe potuto
solo avanzare. A un certo punto, le L costringevano i veicoli a
effettuare un serie di curve a angoli retti. Subito dopo la prima,
c'era una macchia scura, di bruciato, e dei vetri rotti. Sopra una di
queste curve c'era una specie di portale metallico. Un centinaio di
metri dopo c'era un semaforo e uno piazzale racchiuso dai reticolati.
Al
posto di blocco, un tank puntava il cannone direttamente sul varco,
dando la salutare impressione che chi fosse passato col rosso sarebbe
stato distrutto seduta stante. Poco lontano, c'era un container
tattico con davanti un tavolo, con sopra un portatile e un barile
metallico a fianco.
Una
macchina arrivò arrancando fino al semaforo. Era rosso, e si fermò.
Dal container uscirono tre Neri, uno con la mitraglietta a tracolla.
Uno si sedette al tavolo, gli altri due si avviarono verso
l'automobile. Il semaforo cambiò colore. Stando attento a non
coprire la visuale del tank, quello disarmato, una donna, fece un
gesto di avanti con una paletta. La macchina tossicchiò avanzando.
Il Nero femmina si chinò verso il guidatore abbozzando un saluto
militare.
“Si
fermi, per favore. Dovete pagare il pedaggio.”
Il
guidatore lo guardò stupito.
“Il
cosa?”
“Il
pedaggio. Dopo, potrà andarsene.”
Il
nemico non armato, spense il motore, e fece per scendere.
“Scendete
tutti, per favore.”
Il
nemico rimase interdetto, ma poi abbaiò un ordine nella macchina.
Scesero
tutti e quattro, un adulto, un giovane con la faccia da imbecille e
due bacucche, una più piccola dell'altra.
I
due Neri li condussero verso il tavolo dove aspettava il terzo.
Il
poliziotto, con i gradi di capitano, guardò impassibile la
famigliola.
“Toglietevi
il coprimuso.”
Ordinò.
Le
due bacucche aspettarono un cenno dal capofamiglia per scappucciarsi.
Il
poliziotto reprimette un brivido di disprezzo. Macchina utilitaria
tenuta su con lo sputo, vestiti da straccioni, donne che nessuno
avrebbe toccato con lo scopino del cesso.
“Nome
e cognome”
“***
***”
Il
capitano digitò sul portatile.
“Capofamiglia,
due figli, una moglie.”
Lesse
sullo schermo. Tutto corrispondeva. Un povero fesso medio, né
particolarmente buono, né particolarmente cattivo, un lavoro
qualunque, una vita qualunque nella gloriosa kultura.
Il
Nero alzò lo sguardo. “Mi dia la sua carta di credito.”
Esitando,
il tale gliela porse.
Il
poliziotto la passò nell'apparecchio e controllò i dati sullo
schermo. Poca roba. Il personaggio aveva sul suo conto circa 4
stipendi mensili medi, e il sistema riferì che non aveva altri soldi
in altri conti. Così trasferì 1/4 della cifra sul conto dell'Armata
dedicato a quelle estorsioni. Lo scontrino uscì. Il Nero lo prese e
lo diede assieme alla carta di credito al proprietario, che spalancò
gli occhi all'ammontare del prelievo.
Il
nemico aprì la bocca per protestare. Il capitano lo fissò con
calma. Il personaggio rinunciò e fece per voltarsi e andarsene con
tutta la famiglia. Il poliziotto disse alle schiene: “ Se venite
fermati dall'Armata, fate vedere lo scontrino, così non dovrete
pagare ancora.”
L'automobile
con tutta la famigliola bordo ripartì, passando davanti al tank. Il
cannone gli seguì fedele per tutto il tragitto, finché non
sparirono dalla sua vista.
Il
Nero seduto annunciò agli altri due: “Ne sta arrivando un'altra.
Fermi lì”
La
macchina arrivò. Bella automobile, di marca straniera, piuttosto
vecchia ma ben tenuta, con tanto di portapacchi aerodinamico. Unica
nota stonata, una bacucca seduta nel bagagliaio.
Ne
scese un tale ben vestito, in completo e cravatta avvocatizi. Anche
la barba era tagliata corta. Anche i passeggeri erano presentabili.
Un ragazzino e tre donne in vestiti normali, una giovane una anziana
e una media, che però tradivano nel colorito sbiadito le solite
abitudini. Tutti sorrisero di fronte al capitano, che non
sorrise.
“E
quella, perché non scende?” Chiese il Nero, indicando la
bacucca nel bagagliaio.
Il
fecondatore rispose subito:” È la mia figlia adottiva. È un po'
ritardata..” fece con tono accattivante.
“Ah
si?” chiese il poliziotto, dubbioso, e ordinò agli altri due
Neri di condurla davanti a lui.
La
bacucca venne fatta scendere, e condotta per mano davanti al tavolo.
Traballava un pochino.
I
due poliziotti si misero alle spalle di quello seduto
“Si
tolga il velo, per favore.”
Disse
gentilmente il Nero, guardando di sottecchi le reazioni dei nemici.
La
bacucca alzò le mani inguantate e tolse la stoffa, rivelando la
faccia di una negra, con un occhio gonfio e vari lividi su un lato
del viso.
Il
capitano si alzò lentamente in piedi e fissò il capofamiglia con
sguardo terribile.
“Ah!
Questa sarebbe una figlia adottiva... negra (1)? E i figli adottivi
si picchiamo in quel modo?”
I
nemici tremolavano... il capofamiglia abbozzò una reazione.
“È
la serva... non so cosa gli sia capitato...”
“Ci
prendi per imbecilli?”
“Io...”
“Chiudi
il becco, bastardo! Adesso, spogliatevi!”
“Che...
che cosa?”
“Credi
che non sappiamo della roba che avete addosso? Muovetevi!”
Il
capofamiglia prese un'espressione attonita.
“Ma...”
“SILENZIO!
NON CI METTIAMO NIENTE A SPOGLIARE DEI CADAVERI!”
Così
avvertiti, i nemici iniziarono lentamente a sbottonarsi i vestiti.
Il
Nero si rivolse alla serva.
“Lei
vuole chiedere asilo?”
“As...ilo?”
articolò a fatica. “cosa vuol dire?”
“Che
smette di fare la schiava a questi qua.”
La
giovane donna rivolse uno sguardo di puro odio alla famigliuola
nemica.
“Non
voglio più vederli!” sibilò.
“Molto
bene.” disse il poliziotto. “Accompagnala dentro, in modo che
si riposi prima che arrivino a prenderla.” ordinò al Nero
disarmato.
Nel
frattempo, i nemici erano arrivati alle camicie, e sembravano
piuttosto restii a togliersele.
“MUOVETEVI!”
Abbaiò
il capitano. I nemici sussultarono. Con estrema lentezza, si tolsero
le camicie. Apparvero delle specie di panciotti spessi. La fattrice
più giovane iniziò a frignare.
“Toglietevi
quella roba, e mettetela lì dentro.”
Disse
il poliziotto, indicando il barile a fianco del tavolo.
Il
fecondatore più vecchio fece una faccia come se si sentisse ferito
nella dignità.
“Questi
… questi sono i nostri soldi...”
“Contrabbando
di valuta o preziosi. Devono essere confiscati.”
“Non
è giusto!! NON E' LEGALE!”
Rispose
il tipo, ritornando a essere un avvocato.
“Questa
è la tassa perché possiate attraversare il territorio dell'Armata,
senza essere ammazzati. Vuoi protestare?”
Chiosò
il capitano. Del tutto inavvertitamente, il Nero armato mise il
proiettile in canna, con un'espressione felice.
I nemici
ondeggiarono spaventati. La vecchia si orinò addosso.
Il capitano restò
impassibile.
“Ci
fate perdere tempo. Se volete, vi sequestreremo la macchina e
tornerete
in città .
O potete anche cercare di raggiungere il califfato a
piedi...”
Il fecondatore più
vecchio si tolse il panciotto con rabbia, e lo scagliò nel barile.
Gli altri seguirono il suo esempio. Nel frattempo, il Nero femmina
era tornata.
I nemici, in
canottiera e furenti, volsero le spalle per andarsene.
“Aspettate...
la carta di credito per favore.”
Chiese in tono assai
urbano il capitano.
L'avvocato lo guardò
come gli sprizzasse il fumo dalle orecchie.
“COSA?”
“Quello
era contrabbando. Questo è il pedaggio.”
Il nemico era ormai
aldilà dello sbalordimento... con espressione sconvolta porse la
scheda all'ufficiale.
“Nome
e cognome”
Dopo aver completato
la procedura, e prelevato metà di quello che c'era nel conto, il
poliziotto gli porse card e ricevuta. Il nemico guardò la cifra e
sbiancò. Mormorò alcune parole a bassa voce.
A sentirle, il
giovane nemico reagì. Cercò di girare attorno al tavolo e di
aggredire il capitano. Il Nero femmina lo prevenne sferrandogli un
terribile calcio al basso ventre. L'idiota si raggomitolò a terra,
frignando. Gli altri erano tenuti a bada dal Nero armato.
“Prendete
quella merda e andatevene.”
Concluse
l'ufficiale, impassibile.
Mormorando in modo
incomprensibile, la famigliola raccolse il caduto e si trascinò alla
macchina.
Mentre l'automobile
passava davanti al blocco, si udì una voce possente che lanciava una
maledizione. Il Nero armato lasciò partire una scarica di cinque
colpi, piuttosto alta. Il proiettili passarono sopra l'abitacolo, e
il guidatore fece una falsa manovra. La macchina strisciò la
fiancata contro lo sbarramento in cemento, scassando la carrozzeria,
senza fermarsi. Si sentì il motore imballarsi mentre il conducente
premeva l'acceleratore. Sbattendo da un blocco di cemento all'altro
la macchina si allontanò.
“Imbecilli”
Commentò il capitano a mezza bocca.
...
I
successivi esami fisici rivelarono che la ex schiava era infibulata e
incinta. Quando le fu ventilata la possibilità di abortire, la
giovane donna diede entusiasticamente il suo consenso.
Note:
(1)
nella società nemica, i negri, credenti o non, occupano sempre gli
ultimi posti.
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