Maurizio
aspirava con avidità l'aria salmastra.
Ci
era riuscito. Quella che aveva cessato di essere la sua Patria, si
allontanava lentamente dietro il traghetto.
Nel
petto di Maurizio si diffuse un dolore caldo e vetroso. Tossì.
Continuò a tossire in modo secco e lacerante, coprendosi la bocca
con uno straccio che era stato un fazzoletto. Smise di tossire e
ansimò dolorosamente, mentre sul viso scorrevano le lacrime. Guardò
il fazzoletto. Il sangue fresco ricopriva il sangue coagulato.
Non
gli importava.
Nell'esaltazione
dovuta alla febbre, la certezza della propria morte gli era
indifferente.
Dopo
la sua personale Catastrofe (una delle tante
della Catastrofe collettiva), aveva avuto solo due desideri:
andarsene dalla Cultura, e
uccidere
più appartenenti possibile alla Cultura.
Dato
che il secondo proposito gli era stato oggettivamente impedito, e che
lo stesso impedimento aveva differito il primo proposito, adesso era
felice. Per quanto può essere felice un uomo coi giorni contati.
Rimase
sul ponte passeggeri tutto il viaggio, guardando verso sud, mentre
gli altri viaggiatori distoglievano gli occhi da quel vecchio
straccione.
Quando
la nave arrivò a destinazione, Maurizio si mosse barcollando. Senza
volerlo, si trovò davanti nella fila di quelli che sbarcavano.
Scese
dalla passerella, e mise i piedi a terra. Terra libera.
Forse
un tempo si sarebbe inginocchiato e avrebbe baciato il suolo, ma
l'età e e le sofferenze avevano rosicchiato certi suoi atteggiamenti
teatrali.
In
fondo alla banchina si ergeva una parete di reticolati. I doganieri
controllavano l'unico passaggio.
I
passeggeri sbarcati si incolonnarono ordinatamente. Un poliziotto con
una mascherina camminava lungo la fila, con un atteggiamento da
cane da pastore. Notò subito quell'uomo male in arnese che
tossicchiava.
Gli
si avvicinò.
“Signore.
Signore. Si sente male?”
Chiese
con tono preoccupato.
Maurizio
si voltò verso quell'uomo in divisa. Vide che era giovane e che
sembrava veramente
preoccupato. Era molto diverso dalle uniformi che conosceva. Gli
sorrise timidamente.
“Figliolo,
non avvicinarti. Ho la tisi.”
“Mio
Dio! Dobbiamo portarla subito in ospedale!”
Replicò
il pubblico ufficiale prendendolo per il braccio, però con
delicatezza.
“Ma
no, figliolo, lascia perdere. L'unica cosa che voglio è morire
qua...” Protestò debolmente Maurizio “Lontano da quei
maledetti.”
Il
poliziotto insistette. “Non posso lasciarla così”
“Ti
prego, non serve a niente...”
L'uomo
in nero parlò al microfono del suo walkie-talkie.
Poco
lontano, si accese una sirena.
Con
gentilezza, ma con fermezza, il poliziotto trascinò Maurizio oltre
il passaggio. Lo explosive & metal detector non trillò. Il
vecchio aveva addosso solo i vestiti.
Arrivò
l'ambulanza. I paramedici lo presero in consegna dalla legge, gli
fecero un esame sommario e lo infilarono nel cassone.
Maurizio
era frastornato, e li lasciò fare. Era da più di un decennio che
nessuno si occupava in quel modo di lui.
L'ambulanza
partì.
.......
Maurizio
giaceva su un letto d'ospedale, in una stanza singola. L'odore delle
lenzuola pulite lo ubriacava.
Era
passato del tempo, ed era stato tenuto a lungo in coma farmacologico.
Il dolore al petto era molto ridotto, e non tossiva quasi più.
Il
medico curante, un uomo spelacchiato afflitto da una fretta
inguaribile, gli aveva detto che lo avevano salvato all’ultimo
minuto, quasi tirandolo per i capelli.
Quando
Maurizio aveva capito che non stava per morire, era caduto in uno
stato di malinconica inquietudine.
“Cosa
faccio adesso?” Si chiedeva, senza trovare una risposta.
Il
pensiero delle sofferenze passate gli gravava addosso, e sentiva che
il suo ODIO si era ingigantito. L'odio è qualcosa di brutto, di
corrosivo, si ricordava di aver creduto un tempo.
Ma
oggi l' ODIO era ormai parte di se stesso, non come la tisi, ospite
inatteso e sgradito, ma come un proprio organo, che pulsava
all'unisono con il cuore.
Immerso
in questi pensieri, quasi non si accorse che erano entrate delle
persone nella sua stanza.
Si
riscosse.
Uno
dei due era un uomo grande dalle pelle scura, con una testa calva e
nobile. Indossava una divisa con pochi fronzoli. L'altra era una
donna coi capelli corti, anche lei in divisa, ma con l'aria da
impiegatuccia.
Un
poco intimorito, un poco curioso, Maurizio aspettò che parlassero.
“Buongiorno,
Signor ***.” Esordì il negro, con una voce profonda e gradevole.
“Sono il generale *** ***.”
Disse
protendendo la mano.
“Buon...
giorno, generale. Mi chiami Maurizio.”Rispose ancora un po'
interdetto Maurizio, stringendogli la mano più forte che poté.
Il
Generale si sedette sulla sedia vicina al letto. “Non mi piace
perdere tempo, quindi veniamo al sodo. Nella fase di coma
farmacologico, i medici hanno registrato i suoi pensieri, e hanno
scoperto che lei nutre un odio assoluto verso la Cultura.”
“Ah!
Non c'era bisogno di violarmi la testa. Bastava chiederlo!”
Motteggiò Maurizio, leggermente infastidito.
Il
Generale lasciò sfuggire un sorriso.
“Oltre
a questo, è stata registrata la sua vita dopo la Catastrofe. Adesso
noi sappiamo tutto quello che le è capitato.”
“E
allora?”
“La
sua storia personale, assieme a altre caratteristiche, la rendono un
soggetto ideale per un progetto delle forze armate della Repubblica.”
“Ma...
sta scherzando?”
“Non
scherzo affatto”
“Non
vede come sono ridotto?”
“E'
un problema risolvibile” Affermò il Generale, assoluto.
“Davvero?”
Chiese Maurizio, lasciandosi sfuggire una speranza.
“Le
spiego più nei dettagli. Il progetto verte su trasformare delle
persone estremamente motivate, come
lei,
in organismi cibernetici, da inserire nelle forze armate. Queste
persone ci serviranno per la guerra.”
“La
... guerra? La Repubblica vuole fare la guerra alla Cultura ?”
“Si.
Non sarà domani, ma tra qualche anno. Abbiamo bisogno di uomini che
conoscano bene
il nemico e che
insegnino agli altri
a conoscerlo.”
La
speranza si era ingrandita. Il secondo desiderio cominciò a dolere
come un dente guasto.
“...
se ci sarà una guerra, voglio combatterla!” Esclamò Maurizio con
foga.
Il
grande negro sorrise. “Ne ero sicuro.”
L'impiegatuccia
appoggiò un plico di documenti sul letto.
“Noi
non abbiamo fretta. Torneremo, diciamo tra una settimana, quando lei
avrà letto tutta la documentazione. E avrà ragionato a mente
fredda.”
Concluse,
alzandosi maestosamente dalla sedia.
Maurizio
strinse la mano protesa in modo frenetico, ma non se ne rese conto.
“Grazie, Grazie”
Continuava
a ripetere.
Il
generale e l'impiegatuccia lo lasciarono solo, in preda a un vortice
emozionale.
Rapporto
ufficiale (segreto) sul Soggetto 509.
Il
Soggetto 509 è entrato a far parte dell'Armata come cybe
dopo un periodo di recupero post implementazione lungo (18 mesi). La
degenza inusualmente lunga è stata causata dal contemporaneo
trapianto cuore-polmoni. Il trapianto è stato necessario a causa
delle precarie condizioni di salute iniziali del soggetto, affetto da
tubercolosi polmonare allo stato terminale. Inoltre, l'età del
soggetto (63 anni) ha consigliato il trapianto di cuore, per
effettuare l'implementazione in condizioni di massima sicurezza. Il
recupero è stato ottimale. L'implementazione è consistita nel
pacchetto standard (*).
Come standard, il fattore
moltiplicativo è stato di 10:1 (**)
Oltre a questo, si è avviata la
procedura Shimatzu (***) in quanto il soggetto era compatibile.
il
Soggetto 509 ha reagito molto bene a questa ultima procedura,
sviluppando la capacità da “uomo
santo”.
In quanto soggetto potenziato, gli
è stata impiantata inoltre la “sicura di obbedienza” (****).
La
previsione di vita operativa del soggetto numero 509 è di 30 anni.
Sono stati inoltre effettuati i
piccoli interventi estetici per rendere più facile la sua
interazione con i soldati e i civili. Ora il Soggetto 509 ha l'aspetto di un uomo di circa 45 anni.
* = arti artificiali, inserti
ossei, ghiandole artificiali di sostegno al sistema immunitario e
scheletrico, telecamere oculari, sistema di registrazione e
trasmissione dati, potenziamento olfatto e udito.
**= fattore moltiplicativo=
rapporto tra la potenza degli arti bioelettronici a massimo regime e
la potenza degli arti di un uomo medio. La prove cliniche di collaudo
hanno dimostrato che oltre il fattore 10, la maggior parte di
soggetti implementati ha problemi psicologici e di controllo fisico.
***
= stimolazione elettrica e ormonale di alcune zone del cervello, per
ottenere delle capacità mentali al di fuori della media.
****=
sicura di obbedienza : chip innestato nel cervello che provoca un
blocco neurale su comando radio (sequenza di segnali unica e
specifica per ogni soggetto cybe).
Un suggerimento: dopo la frase:
RispondiEliminaSono stati inoltre effettuati i piccoli interventi estetici per rendere più facile la sua interazione con i soldati e i civili.
potresti aggiungere:
ora il Soggetto 509 ha l'aspetto di un uomo di circa 45 anni.
Così si capirebbe come riesca la sua interazione. Un sergente di 45 anni circa è plausibile, specie in una guerra.
;)
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