Manuel dos Reis Machado, o “Mestre Bimba” ( 23 Novembre 1899 – 5 Febbraio 1974) è stato il fondatore, insieme a Mestre Pastinha, della moderna Capoeira.
Un
po' di storia.
Tra
gli studiosi di storia delle arti marziali, esiste un acceso
dibattito sulla Capoeira.
Il contendere verte sostanzialmente sulla sua origine, ovvero, se la
Capoeira è un'arte marziale inizialmente nata in Africa, e poi
importata con gli schiavi in Brasile, o se essa sia stata creata
nelle Americhe. Disgraziatamente, non esistono testimonianze scritte
o documentali sull'esistenza o meno di arti marziali Africane simili
alla Capoeira, nelle zone dell'Africa nelle quali venivano catturati
gli sventurati finiti nella tratta atlantica. O meglio, è accertata,
nel periodo della schiavitù, l'esistenza in situ di arti
tradizionali, quali la lotta e la scherma di bastone, e di altre
diverse e peculiari, ma non
di tecniche affini alla Capoeira
moderna... ad esempio, un viaggiatore portoghese del 1500 descrisse
la guibapida
dei Wolof (popolazione Guineiana), un duello nel quale i due
contendenti usavano un solo pugnale, che il detentore cedeva
all'avversario dopo averlo ferito, fino a che uno dei due non
crollava a terra. Negli anni 60 dello scorso secolo fu notata una
certa affinità tra la n’golo,
la
danza della zebra (un combattimento rituale tipico del sud Angola), e
alcune mosse di Capoeira... alcuni affermarono che la n’golo
era
sicuramente l'antenata della Capoeira,
altri ne dubitarono. In effetti, bisogna ricordare che anche in
Africa la cultura è in perenne cambiamento, e non è affatto sicuro
che la n’golo
esistesse tale e quale 500 anni fa.
In
effetti, gli schiavi nelle Americhe dimostrarono una propria
capacità di elaborazione culturale. Nei Caraibi esistevano diversi
tipi di scherma di bastone, a Cuba si sviluppò il manì,
una danza-combattimento nel quale lo sfidante, che si poteva solo
difendere, era al centro di un cerchio di persone che cercavano di
colpirlo. Negli Stati Uniti meridionali, gli schiavi svilupparono
un'arte marziale detta "knocking and kicking", oggi
scomparsa. Gli Africani, rapiti e allontanati dalla propria casa,
dispersi in mezzo a una società diversa e repressiva, portarono con
sè parte parte delle proprie culture, e seppero adattarle alle
circostanze, e combinarle con le altre.
Repressione
Ritornando
alla Capoeira, è riportato in un documento del 1789 l'arresto di un
schiavo mulatto di nome Adam, accusato di essere un Capoeira.
Ovviamente, gli schiavisti temevano moltissimo qualsiasi forma di
resistenza da parte degli schiavi, e quindi la reprimevano
immediatamente. Bisogna però notare che questa repressione spesso
era "privata" ed effettuata dai capanga,
non da una autorità ufficiale che scriveva rapporti e resoconti. I
primi documenti ufficiali che parlano di Capoeira
(o Capoeiragem,
come era definita) risalgono all'inizio del secolo diciannovesimo.
Nel 1808, la corte portoghese si trasferì a Rio de Janeiro,
trasformata così in capitale imperiale. Nell' espansione della
città, gli schiavi arrivarono a essere il 46% della popolazione, ed
essi godevano di una maggiore libertà di movimento dei loro
equivalenti rurali. Le autorità portoghesi e i possidenti locali
avevano ben presente la rivolta di Haiti/Santo Domingo (nella quale
gli ex schiavi avevano sterminato tutti i bianchi dell'isola), e, con
la fondazione del primo corpo di polizia della città, cercarono di
stabilire un ferreo controllo sia sugli schiavi, sia sui negri
liberi, sia sui mestiços
(meticci)... ovvero, su tutte quelle persone che potevano non
essere soddisfatte dello "status quo". La Reale Guardia di
Polizia quindi perseguiva "il vagabondaggio, l'accattonaggio, la
violazione del coprifuoco, il non rispetto dell'autorità, gli
insulti verbali, tutte le condotte disordinate non specificate,
l'ubriachezza pubblica, la Capoeira".
Di conseguenza, i rapporti di polizia sono i primi documenti che
parlano effettivamente della Capoeira.
La prima persona fermata dalla polizia per questo "reato"
fu Felipe, uno schiavo venuto dall'Angola, arrestato nel settembre
1810. La Capoeira
che queste persone praticavano, o vadiação,
era leggermente diversa da quella di oggi. Essa poteva essere uno
scontro simulato (una esibizione di abilità nella danza), un
combattimento reale, o una rissa da strada. I primi rapporti
polizieschi indicavano la testata (cabeçada)
come gesto determinante per affermare che si trattasse di
Capoeiragem.
Nello stessa epoca, fu accertata tra gli schiavi negri, residenti in
Venenzuela, l'esistenza di una forma di combattimento basata solo su
testate e uso delle gambe. Il vadiação
non
si limitava a testate, calci (golpes)
e schivate (eschive),
ma comprendeva anche l'uso della mano armata e le spazzate
(rasteras).
Per questo, la Reale Guardia di Polizia vietò il porto di qualsiasi
tipo di lama agli schiavi, che lavoravano nei vicoli di Rio...
ovvero, un barbiere poteva detenere rasoi e forbici nella sua bottega
o banchetto, ma non poteva portarli nel viaggio tra la sua residenza
e il posto di lavoro. Fu anche rilevato che il vadiação
poteva
essere accompagnato dalla musica. La Capoeira,
per la cultura dominante ottocentesca, rimase sempre una cosa da
schiavi prima, e da popolaccio poi. Nonostante quello che ne
pensavano le classi dominanti, la Capoeira
si diffuse tra la gente, anche nella popolazione di origine europea e
nei nuovi immigranti. Bisogna dire che la polizia arrestava chi
vedeva praticare in pubblico, mentre la pratica privata non era
perseguita... inoltre, esisteva effettivamente un certo collegamento
tra la Capoeira
e le bande di strada, come c'erano Capoeiristi
che non violavano la legge, o addirittura ne facevano parte, come
poliziotti o militari. Il vadiação
attraversò il diciannovesimo secolo, ufficiamente perseguitato dalla
legge, ma praticato da sempre più persone. Nel frattempo, il Brasile
divenne indipendente, e le elitè cercarono di imporre una cultura
brasiliana, misconoscendo sia le loro origini europee
(colonizzatori), sia gli influssi della cultura africana (considerata
inesistente). Nel passaggio da monarchia a repubblica,
l'atteggiamento delle autorità verso la Capoeira
pubblica rimase repressivo e intransigente, anche perchè alcune
bande di Capoeiristi
operavano come braccio armato del partito monarchico. Di fatto, le
rodas
scomparvero per le strade di Rio, mentre in modo sotterraneo
continuava la studio della vadiação
come sistema di combattimento, eclissando la pratica puramente
sportiva.
Nonostante tutto, alcuni intellettuali (e praticanti di vadiação)
esaltarono la Capoeira
come la autentica "Luta
national",
cioè come espressione precipua del Genio brasiliano. Il fatto che il
vadiação
fosse stata inizialmente praticata dagli schiavi africani era
opportunamente dimenticato...
Mestre
Bimba
Il
futuro "Mestre Bimba" iniziò a praticare la Capoeira
a 12 anni. Manuel
dos Reis Machado viveva con la famiglia a Bahia, dove la situazione
era diversa che a Rio de Janeiro.
Il suo primo maestro fu Nozinho Bento, o Bentinho,
un Capitano marittimo della Compagnia Bahiana di navigazione (quindi,
non un poveraccio delle periferie, dimostrando quanto la pratica
fosse diffusa nella società brasiliana). Il suo maestro insegnava il
vadiação,
come era praticato tra gli scaricatori nel porto di Bahia (Machado
iniziò a lavorare proprio come scaricatore) .
A Bahia, la Capoeira
pubblica si poteva esprimere nelle feste patronali, ed anche in
estemporanee esibizioni in luoghi pubblici nelle periferie. Nelle
feste, le rodas
erano organizzate nei piazzali delle chiese, e uno o più praticanti
anziani, mestres,
le dirigevano mendiante il canto e il ritmo degli strumenti
musicali, vigilando allo stesso tempo che la situazione non
degenerasse in uno scontro aperto tra i due sfidanti. Nel periodo di
formazione del futuro "Mestre
Bimba" il dibattito sulla autentica arte marziale brasiliana si
faceva sempre più intenso, anche grazie al nascere di una tradizione
brasiliana di ju-jitsu
fondata dalla famiglia Gracie, il Vale
Tudo
che fu proposto come addestramento per le forze armate. Comunque, nel
1909 a Rio, un campione di ju-jitsu
giapponese, Sada Miako, ebbe un incontro pubblico con un scaricatore
di porto praticante di Capoeira,
Ciríaco da Silva detto "Macaco", e perse clamorosamente!
Il
problema nasceva dal fatto che il vadiação
non era mai stato codificato e sottoposto a regole, come era accaduto
per la boxe
o la savatè,
e anche per questo motivo, ogni mestre
faceva scuola a sè. Nel 1928, uno sportivo nazionalista (che però
non veniva dagli ambiti della Capoeira),
Anibal Burlamaqui, propose una rielaborazione della Capoeira
da combattere sul ring, sulla falsariga della boxe, assolutamente
senza ginga.
Questo tentativo sembra un metodo per "sterilizzare" la
Capoeira
privandola dei suoi aspetti culturali e africani, quali la musica e
il canto, e della roda.
Un modo per ridurla a pura ginnastica, come negli interessi dalla
classe dominante.
"Mestre
Bimba" iniziò a insegnare nel 1918, chiamando la sua scuola "il
Club unito nei guai". Insoddisfatto del vadiação
tradizionale, iniziò a sviluppare un proprio stile, chiamandolo
Capoeira
Regional. In
essa introdusse
52 nuovi golpes
e
movimenti, prendendoli da altre arti marziali, e anche dalla
Capoeira
di Anibal Burlamaqui. Nella Regional
non c'è l'uso della mano armata come nel vadiação,
ma esistono colpi a mano vuota (godeme
(pugno
singolo),
telefone
(pugno a due mani unite),
galopante
(schiaffo)), tecniche di sbilanciamento con le braccia e il torso
(desquilibrantes),
e i balões,
acrobazie atte a evitare che il Capoerista
fosse bloccato da prese di lotta o
ju-jitsu
.Questo fu molto criticato all'epoca, ma sembra facesse parte della
Capoeira
degli
scaricatori di Bahia. Tutto l'insieme, come nella tradizione del
vadiação,
era in un unico movimento fluido; dalla ginga,
un martelo
portava
a gansio,
una eschiva
a una rastera,
o a un
salto mortal
senza soluzione di continuità. Diversamente da altri mestres
dell'epoca,
Bimba stabilì una serie basica di attacchi e schivate, denominati
"sequencias"
(le otto sequenze di Mestre Bimba), simili
ai Katà di karate, destinati ai principianti. Inoltre, parte
integrante dell'insegnamento di Bimba
era il maculêlê
e i
Toques che
riaffermavano la Africanità, o meglio la Brasilianità della
Regional.
Il maculêlê
era una danza coi bastoni, tipica degli schiavi, e i toques
erano diverse melodie (São
Bento Grande, Benguela, Cavalaria,
Santa Maria, IúZna, Idalina, Amazonas)
che accompagnavano e ritmavano i movimenti nell'esercizio e nella
roda.
Usualmente, nelle rodas
di "Mestre
Bimba" l'accompagnamento era dato da un berimbau
e
due pandeiros.
Bimba stesso scrisse diverse canzoni (quadras
e
corridos)
sui
ritmi delle toques.
Quando
la musica accelerava, accelevava anche il
Jogo.
I suoi allievi portavano uniformi (abadà,
altra innovazione) ricalcate sulla tenuta degli scaricatori di Bahia:
magliette e pantaloni appena sotto il ginocchio di colore bianco.
L'emblema della scuola, portato sulla maglia, era una stella ai sei
punte sormontata da una croce, con una R all'interno. Dal
punto di vista cerimoniale, egli instaurò il "batisao"
e la "graduacio".
Il "batisao"
era la cerimonia di ingresso nel mondo della Capoeira:
in
questa cerimonia, che consisteva essenzialmente in una
roda
, i nuovi praticanti mostravano a quelli più anziani la loro
padronanza delle tecniche base, e dopo, il mestre
dava un soprannome al batisado.
Con questo nuovo nome il praticante veniva conosciuto dai suoi
compagni, o camaràs.
In alcune occasioni, un praticante anziano, dopo aver ricevuto la
benedizione del mestre, jogava
con un batizado
e, al culmine della cerimonia, lo colpiva con un calcio, facendolo
cadere a terra. Dopo ciò, il batizado
era considerato una Capoerista
a tutti gli effetti. La graduacio
si
svolgeva più meno nello stesso modo, ma coinvolgeva ovviamente
allievi più avanzati, che così venivano elevati di grado.
Istituì
anche della raccomandazioni o comandamenti:
-
Non fumare o bere alcolici dato chè interferisce con la prestazione;
-
Evitare di mostrare le proprie capacità agli amici aldifuori della
Roda di Capoeira. Ricordare che la sopresa è il migliore alleato nel
combattimento;
-
Evitare di parlare durante l'allenamento, e osservare e imparare
guardando;
-
Gingare sempre;
-
Praticare ogni giorno le sequenze fondamentali;
-
Tenere il corpo rilassato;
-
È meglio prenderle nella
Roda che per strada;
-
Non avere paura di andare vicino all'avversario. Più vicino sei, più
impari; - Tutti gli
studenti devono impegnarsi a scuola o lavorare.Enunciò anche i suoi principi sull'insegnamento della Capoeira:
-
Gingare sempre. La ginga è il movimento base della
Capoeira;
-
Esquivar (schivare) sempre;
- Tutti i movimenti devono avere uno scopo;
- Tenere una posizione fissa a terra;
- Muoversi in accordo al ritmo determinato dal berimbau;
- Giocare sempre vicino al partner;
- Rispettare il partner quando non è in grado di difendersi da
un attacco; - Proteggere
l'integrità fisica e morale del partner;
La
capacità di istruttore e il carisma personale di Bimba attirarono
anche allievi tra le classi sociali medio alte (bisogna ricordare che
la Capoeira pubblica era ancora ufficialmente vietata), che si
allenavano con persone del popolo. Ma le cose stavano cambiando.
Mestre Bimba fu invitato a una dimostrazione privata nel palazzo del
governatore di Bahia nel 1936. nel 1937 la sua accademia fu
registrata ufficialemente al dipartimento di Educazione e Salute di
Bahia. Nel 1938 iniziò dei corsi all'interno del CPOR (Centro de
Preparação de Oficiais de Reserva) nel forte Barbalho
a Salvador (a quanto pare, i militari furono particolarmente
interessati al concetto di emboscada,
il quale aveva delle implicazioni nelle tattiche antiguerriglia). Nel
1953 Mestre Bimba incontrò il presidente del Brasile Getúlio
Vargas, che affermò : La Capoeira è l'unico sport veramente
nazionale del Brasile".
Mestre
Bimba insegnò nella sua scuola a Bahia fino al 1973. Morì nel 1974
per un infarto.
Nel
1996 l'università federale di Bahia gli concesse un dottorato
honoris causa.