giovedì 22 ottobre 2015

La Capoeira di Mestre Bimba

Manuel dos Reis Machado, o “Mestre Bimba” ( 23 Novembre 1899 – 5 Febbraio 1974) è stato il fondatore, insieme a Mestre Pastinha, della moderna Capoeira.

Un po' di storia.
Tra gli studiosi di storia delle arti marziali, esiste un acceso dibattito sulla Capoeira. Il contendere verte sostanzialmente sulla sua origine, ovvero, se la Capoeira è un'arte marziale inizialmente nata in Africa, e poi importata con gli schiavi in Brasile, o se essa sia stata creata nelle Americhe. Disgraziatamente, non esistono testimonianze scritte o documentali sull'esistenza o meno di arti marziali Africane simili alla Capoeira, nelle zone dell'Africa nelle quali venivano catturati gli sventurati finiti nella tratta atlantica. O meglio, è accertata, nel periodo della schiavitù, l'esistenza in situ di arti tradizionali, quali la lotta e la scherma di bastone, e di altre diverse e peculiari, ma non di tecniche affini alla Capoeira moderna... ad esempio, un viaggiatore portoghese del 1500 descrisse la guibapida dei Wolof (popolazione Guineiana), un duello nel quale i due contendenti usavano un solo pugnale, che il detentore cedeva all'avversario dopo averlo ferito, fino a che uno dei due non crollava a terra. Negli anni 60 dello scorso secolo fu notata una certa affinità tra la n’golo, la danza della zebra (un combattimento rituale tipico del sud Angola), e alcune mosse di Capoeira... alcuni affermarono che la n’golo era sicuramente l'antenata della Capoeira, altri ne dubitarono. In effetti, bisogna ricordare che anche in Africa la cultura è in perenne cambiamento, e non è affatto sicuro che la n’golo esistesse tale e quale 500 anni fa.
In effetti, gli schiavi nelle Americhe dimostrarono una propria capacità di elaborazione culturale. Nei Caraibi esistevano diversi tipi di scherma di bastone, a Cuba si sviluppò il manì, una danza-combattimento nel quale lo sfidante, che si poteva solo difendere, era al centro di un cerchio di persone che cercavano di colpirlo. Negli Stati Uniti meridionali, gli schiavi svilupparono un'arte marziale detta "knocking and kicking", oggi scomparsa. Gli Africani, rapiti e allontanati dalla propria casa, dispersi in mezzo a una società diversa e repressiva, portarono con sè parte parte delle proprie culture, e seppero adattarle alle circostanze, e combinarle con le altre.


Repressione

Ritornando alla Capoeira, è riportato in un documento del 1789 l'arresto di un schiavo mulatto di nome Adam, accusato di essere un Capoeira. Ovviamente, gli schiavisti temevano moltissimo qualsiasi forma di resistenza da parte degli schiavi, e quindi la reprimevano immediatamente. Bisogna però notare che questa repressione spesso era "privata" ed effettuata dai capanga, non da una autorità ufficiale che scriveva rapporti e resoconti. I primi documenti ufficiali che parlano di Capoeira (o Capoeiragem, come era definita) risalgono all'inizio del secolo diciannovesimo. Nel 1808, la corte portoghese si trasferì a Rio de Janeiro, trasformata così in capitale imperiale. Nell' espansione della città, gli schiavi arrivarono a essere il 46% della popolazione, ed essi godevano di una maggiore libertà di movimento dei loro equivalenti rurali. Le autorità portoghesi e i possidenti locali avevano ben presente la rivolta di Haiti/Santo Domingo (nella quale gli ex schiavi avevano sterminato tutti i bianchi dell'isola), e, con la fondazione del primo corpo di polizia della città, cercarono di stabilire un ferreo controllo sia sugli schiavi, sia sui negri liberi, sia sui mestiços (meticci)... ovvero, su tutte quelle persone che potevano non essere soddisfatte dello "status quo". La Reale Guardia di Polizia quindi perseguiva "il vagabondaggio, l'accattonaggio, la violazione del coprifuoco, il non rispetto dell'autorità, gli insulti verbali, tutte le condotte disordinate non specificate, l'ubriachezza pubblica, la Capoeira". Di conseguenza, i rapporti di polizia sono i primi documenti che parlano effettivamente della Capoeira. La prima persona fermata dalla polizia per questo "reato" fu Felipe, uno schiavo venuto dall'Angola, arrestato nel settembre 1810. La Capoeira che queste persone praticavano, o vadiação, era leggermente diversa da quella di oggi. Essa poteva essere uno scontro simulato (una esibizione di abilità nella danza), un combattimento reale, o una rissa da strada. I primi rapporti polizieschi indicavano la testata (cabeçada) come gesto determinante per affermare che si trattasse di Capoeiragem. Nello stessa epoca, fu accertata tra gli schiavi negri, residenti in Venenzuela, l'esistenza di una forma di combattimento basata solo su testate e uso delle gambe. Il vadiação non si limitava a testate, calci (golpes) e schivate (eschive), ma comprendeva anche l'uso della mano armata e le spazzate (rasteras). Per questo, la Reale Guardia di Polizia vietò il porto di qualsiasi tipo di lama agli schiavi, che lavoravano nei vicoli di Rio... ovvero, un barbiere poteva detenere rasoi e forbici nella sua bottega o banchetto, ma non poteva portarli nel viaggio tra la sua residenza e il posto di lavoro. Fu anche rilevato che il vadiação poteva essere accompagnato dalla musica. La Capoeira, per la cultura dominante ottocentesca, rimase sempre una cosa da schiavi prima, e da popolaccio poi. Nonostante quello che ne pensavano le classi dominanti, la Capoeira si diffuse tra la gente, anche nella popolazione di origine europea e nei nuovi immigranti. Bisogna dire che la polizia arrestava chi vedeva praticare in pubblico, mentre la pratica privata non era perseguita... inoltre, esisteva effettivamente un certo collegamento tra la Capoeira e le bande di strada, come c'erano Capoeiristi che non violavano la legge, o addirittura ne facevano parte, come poliziotti o militari. Il vadiação attraversò il diciannovesimo secolo, ufficiamente perseguitato dalla legge, ma praticato da sempre più persone. Nel frattempo, il Brasile divenne indipendente, e le elitè cercarono di imporre una cultura brasiliana, misconoscendo sia le loro origini europee (colonizzatori), sia gli influssi della cultura africana (considerata inesistente). Nel passaggio da monarchia a repubblica, l'atteggiamento delle autorità verso la Capoeira pubblica rimase repressivo e intransigente, anche perchè alcune bande di Capoeiristi operavano come braccio armato del partito monarchico. Di fatto, le rodas scomparvero per le strade di Rio, mentre in modo sotterraneo continuava la studio della vadiação come sistema di combattimento, eclissando la pratica puramente sportiva. Nonostante tutto, alcuni intellettuali (e praticanti di vadiação) esaltarono la Capoeira come la autentica "Luta national", cioè come espressione precipua del Genio brasiliano. Il fatto che il vadiação fosse stata inizialmente praticata dagli schiavi africani era opportunamente dimenticato...
Mestre Bimba

Il futuro "Mestre Bimba" iniziò a praticare la Capoeira a 12 anni. Manuel dos Reis Machado viveva con la famiglia a Bahia, dove la situazione era diversa che a Rio de Janeiro. Il suo primo maestro fu Nozinho Bento, o Bentinho, un Capitano marittimo della Compagnia Bahiana di navigazione (quindi, non un poveraccio delle periferie, dimostrando quanto la pratica fosse diffusa nella società brasiliana). Il suo maestro insegnava il vadiação, come era praticato tra gli scaricatori nel porto di Bahia (Machado iniziò a lavorare proprio come scaricatore) . A Bahia, la Capoeira pubblica si poteva esprimere nelle feste patronali, ed anche in estemporanee esibizioni in luoghi pubblici nelle periferie. Nelle feste, le rodas erano organizzate nei piazzali delle chiese, e uno o più praticanti anziani, mestres, le dirigevano mendiante il canto e il ritmo degli strumenti musicali, vigilando allo stesso tempo che la situazione non degenerasse in uno scontro aperto tra i due sfidanti. Nel periodo di formazione del futuro "Mestre Bimba" il dibattito sulla autentica arte marziale brasiliana si faceva sempre più intenso, anche grazie al nascere di una tradizione brasiliana di ju-jitsu fondata dalla famiglia Gracie, il Vale Tudo che fu proposto come addestramento per le forze armate. Comunque, nel 1909 a Rio, un campione di ju-jitsu giapponese, Sada Miako, ebbe un incontro pubblico con un scaricatore di porto praticante di Capoeira, Ciríaco da Silva detto "Macaco", e perse clamorosamente!
Il problema nasceva dal fatto che il vadiação non era mai stato codificato e sottoposto a regole, come era accaduto per la boxe o la savatè, e anche per questo motivo, ogni mestre faceva scuola a sè. Nel 1928, uno sportivo nazionalista (che però non veniva dagli ambiti della Capoeira), Anibal Burlamaqui, propose una rielaborazione della Capoeira da combattere sul ring, sulla falsariga della boxe, assolutamente senza ginga. Questo tentativo sembra un metodo per "sterilizzare" la Capoeira privandola dei suoi aspetti culturali e africani, quali la musica e il canto, e della roda. Un modo per ridurla a pura ginnastica, come negli interessi dalla classe dominante.
"Mestre Bimba" iniziò a insegnare nel 1918, chiamando la sua scuola "il Club unito nei guai". Insoddisfatto del vadiação tradizionale, iniziò a sviluppare un proprio stile, chiamandolo Capoeira Regional. In essa introdusse 52 nuovi golpes e movimenti, prendendoli da altre arti marziali, e anche dalla Capoeira di Anibal Burlamaqui. Nella Regional non c'è l'uso della mano armata come nel vadiação, ma esistono colpi a mano vuota (godeme (pugno singolo), telefone (pugno a due mani unite), galopante (schiaffo)), tecniche di sbilanciamento con le braccia e il torso (desquilibrantes), e i balões, acrobazie atte a evitare che il Capoerista fosse bloccato da prese di lotta o ju-jitsu .Questo fu molto criticato all'epoca, ma sembra facesse parte della Capoeira degli scaricatori di Bahia. Tutto l'insieme, come nella tradizione del vadiação, era in un unico movimento fluido; dalla ginga, un martelo portava a gansio, una eschiva a una rastera, o a un salto mortal senza soluzione di continuità. Diversamente da altri mestres dell'epoca, Bimba stabilì una serie basica di attacchi e schivate, denominati "sequencias" (le otto sequenze di Mestre Bimba), simili ai Katà di karate, destinati ai principianti. Inoltre, parte integrante dell'insegnamento di Bimba era il maculêlê e i Toques che riaffermavano la Africanità, o meglio la Brasilianità della Regional. Il maculêlê era una danza coi bastoni, tipica degli schiavi, e i toques erano diverse melodie (São Bento Grande, Benguela, Cavalaria, Santa Maria, IúZna, Idalina, Amazonas) che accompagnavano e ritmavano i movimenti nell'esercizio e nella roda. Usualmente, nelle rodas di "Mestre Bimba" l'accompagnamento era dato da un berimbau e due pandeiros. Bimba stesso scrisse diverse canzoni (quadras e corridos) sui ritmi delle toques. Quando la musica accelerava, accelevava anche il Jogo. I suoi allievi portavano uniformi (abadà, altra innovazione) ricalcate sulla tenuta degli scaricatori di Bahia: magliette e pantaloni appena sotto il ginocchio di colore bianco. L'emblema della scuola, portato sulla maglia, era una stella ai sei punte sormontata da una croce, con una R all'interno. Dal punto di vista cerimoniale, egli instaurò il "batisao" e la "graduacio". Il "batisao" era la cerimonia di ingresso nel mondo della Capoeira: in questa cerimonia, che consisteva essenzialmente in una roda , i nuovi praticanti mostravano a quelli più anziani la loro padronanza delle tecniche base, e dopo, il mestre dava un soprannome al batisado. Con questo nuovo nome il praticante veniva conosciuto dai suoi compagni, o camaràs. In alcune occasioni, un praticante anziano, dopo aver ricevuto la benedizione del mestre, jogava con un batizado e, al culmine della cerimonia, lo colpiva con un calcio, facendolo cadere a terra. Dopo ciò, il batizado era considerato una Capoerista a tutti gli effetti. La graduacio si svolgeva più meno nello stesso modo, ma coinvolgeva ovviamente allievi più avanzati, che così venivano elevati di grado.
Istituì anche della raccomandazioni o comandamenti:
- Non fumare o bere alcolici dato chè interferisce con la prestazione;
- Evitare di mostrare le proprie capacità agli amici aldifuori della Roda di Capoeira. Ricordare che la sopresa è il migliore alleato nel combattimento;
- Evitare di parlare durante l'allenamento, e osservare e imparare guardando;
- Gingare sempre;
- Praticare ogni giorno le sequenze fondamentali;
- Tenere il corpo rilassato;
- È meglio prenderle nella Roda che per strada;
- Non avere paura di andare vicino all'avversario. Più vicino sei, più impari; - Tutti gli studenti devono impegnarsi a scuola o lavorare.
Enunciò anche i suoi principi sull'insegnamento della Capoeira:
- Gingare sempre. La ginga è il movimento base della Capoeira;
- Esquivar (schivare) sempre; - Tutti i movimenti devono avere uno scopo; - Tenere una posizione fissa a terra; - Muoversi in accordo al ritmo determinato dal berimbau; - Giocare sempre vicino al partner; - Rispettare il partner quando non è in grado di difendersi da un attacco; - Proteggere l'integrità fisica e morale del partner;
La capacità di istruttore e il carisma personale di Bimba attirarono anche allievi tra le classi sociali medio alte (bisogna ricordare che la Capoeira pubblica era ancora ufficialmente vietata), che si allenavano con persone del popolo. Ma le cose stavano cambiando. Mestre Bimba fu invitato a una dimostrazione privata nel palazzo del governatore di Bahia nel 1936. nel 1937 la sua accademia fu registrata ufficialemente al dipartimento di Educazione e Salute di Bahia. Nel 1938 iniziò dei corsi all'interno del CPOR (Centro de Preparação de Oficiais de Reserva) nel forte Barbalho a Salvador (a quanto pare, i militari furono particolarmente interessati al concetto di emboscada, il quale aveva delle implicazioni nelle tattiche antiguerriglia). Nel 1953 Mestre Bimba incontrò il presidente del Brasile Getúlio Vargas, che affermò : La Capoeira è l'unico sport veramente nazionale del Brasile".
Mestre Bimba insegnò nella sua scuola a Bahia fino al 1973. Morì nel 1974 per un infarto.

Nel 1996 l'università federale di Bahia gli concesse un dottorato honoris causa. 

lunedì 19 ottobre 2015

volti di donne

Mi permetto di segnalare un progetto del fotografo Fabio Rizzo. 
A mio modo di vedere, una sfumatura di quello che noi chiamiamo Bellezza.

domenica 18 ottobre 2015

Mah...

Sinceramente, sono perplesso. il decelebrato in questione riesce a mettere assieme termini incompatibili tra di loro. beh, niente di strano per quelli come lui. riescono a sodomizzarsi da soli pur essendo degli evirati...