giovedì 17 novembre 2011

Vecchi Articoli

Questo è un mio vecchio articolo edito su www.icsm.it


Le Armi degli orchi.
Denti di Drago e Pappagalli verdi


Nella campagna di messa al bando delle mine antiuomo, hanno acquisto un certa notorietà i "PAPPAGALLI VERDI", infami bombe che colpiscono i bambini. L'arma in questione è la PFM-1, mina sovietica antiuomo. La sua storia e tecnica sono piuttosto interessanti. La PFM-1 discende da un'arma americana oggi caduta nell'oblio, la BLU-43/B. La BLU-43/B short DragonTooth (dente di drago corto) e la BLU-44/B long Dragon Tooth (dente di drago lungo) sono mine antiuomo americane con carica ad esplosivo liquido (nitrometano (1)) di 90 g. Tra di loro si differenziano solo per il tipo di detonatore. Come la maggior parte delle mine antiuomo post-seconda guerra mondiale, il loro effetto si basa sulla forza d'urto. Cioè, non producono schegge in quantità tale da ferire. I danni sono causati dalla pressione dei gas prodotti dall'esplosione, e la vittima deve essere in contatto fisico o estremamante vicina alla mina. Lo scopo di queste armi non è di uccidere, ma di ferire. Nello scenario bellico classico, sono in grado di amputare o ferire gravemente il piede che le calpesta.

BLU-43/B

La
BLU-43/B ha un detonatore di tipo idrostatico, ovvero, una volta tolta la sicura, scatta se c'è un movimento che agiti il liquido all'interno, cioè esplode se viene toccata, anche leggermente. Esse erano di colore verde oliva, bruno, marrone, mimetizzato, con la sicura di metallo anodizzato o dipinto di giallo. Erano disperse da aerei o elicotteri, mediante la bomba cluster CBU-28/A per laBLU43/B o CBU-37/A per la BLU-44/B. Entrambe le cluster venivano trasportate dal dispenser SUU-13/A.
Bomba cluster CBU-28/A (h=318mm d=119mm contenente 120 BLU-43/B)
Dispenser SUU-13/A. (2600x366x376mm contenente 40 Cluster CBU-28/A)
Un dispenser SUU-13/A trasportava 880 BLU-43/B. Un elicottero poteva trasportare due dispenser. Un aereo, ne trasportava quattro. La mina BLU-43/B fu usata sperimentalmente in VietNam. Sebbene dal punto di vista tecnico sia un discreto successo, non divenne mai un'arma d'ordinanza. Si può immaginare per queste ragioni: La dispersione mediante aerei o elicotteri di mine piccole e leggere , non è proprio una garanzia di ottenere dei campi minati ben delimitati. Inoltre una mina leggera solo appoggiata, non seppellita nel terreno, può spostarsi senza esplodere per vari motivi. Probabilmente per questi motivi, riguardanti la sicurezza dei soldati utilizzatori, che la BLU-43/B non superò mai la fase sperimentale. In VietNam fu anche rilevato che la particolare forma di questa mina attirava i bambini, i quali la scambiavano per un giocattolo e la raccoglievano. Non è ben chiaro il numero di bambini vietnamiti che rimasero feriti o uccisi (2).


Durante la guerra in VietNam, i sovietici entrarono in possesso di alcuni esemplari di BLU-43/B. La mina americana sperimentaleBLU-43/B risorse nella mina sovietica PFM-1. La PFM-1 è essenzialmente una copia carbone della mina americana. 
La mina è costruita in plastica, pesa 70 g e ha una carica esplosiva di 40 gr di esplosivo plastico liquido. E' costruita in colore verde o marrone sabbia o bianco (ufficialmente). Il detonatore è a variazione di pressione interna, ovvero esplode se cambia la pressione della carica esplosiva, ad esempio quando una delle alette viene piegata o deformata. La pressione di attivazione è uguale a 5 kg. Esiste anche una versione temporizzata, la PFM-1-S. Questa versione della mina è progettata per esplodere in modo assolutamente casuale entro 40 ore dalla sua attivazione , ma il 15% delle mine supera questo periodo, esplodendo poi in modo imprevedibile. Questa mina è entrata nell'arsenale sovietico prima e russo poi. Le motivazioni tecniche che non hanno portato all'adozione della BLU-43/B evidentemente non sono valse per la PFM-1. Nella filosofia sovietica sull'uso delle mine, viene enfatizzata la rapidità di dispersione e la distanza di posa. Queste mine possono venire posate da aerei, elicotteri, razzi d'artiglieria, autocarri del genio dotati di dispersori e anche da singoli soldati dotati di un lanciarazzi specializzato. La pericolosità intrinseca di questo tipo di mine è stata trascurata in confronto alla loro 
operatività (3).
Il loro primo impiego operativo è stato nella guerra in Afghanistan, poi sono state usate in molti altri teatri di guerra con impegno diretto delle forze russe o dei paesi dotati di armamenti russi (Somalia, Georgia, ecc.). Come la BLU-43/B in VietNam, in Afghanistan la PFM-1 veniva usata per interdire le linee di comunicazione della guerriglia. La mina sembra adatta a combattere un nemico a scarso livello tecnologico, dato che a causa delle parti metalliche del detonatore, è facilmente rintracciabile dai genieri addestrati. In Afghanistan, è diventata tristemente famosa come "Pappagallo verde".
Dalle parole di Gino Strada (persona che, nel bene e nel male, non ha bisogno di presentazioni): "I nostri vecchi le chiamano pappagalli verdi..." E si mette a disegnare la forma della mina: dieci centimetri in tutto, due ali con al centro un piccolo cilindro. Sembra una farfalla più che un pappagallo. La forma della mina con due ali laterali serve a farla volteggiare meglio. In altre parole non cadono a picco quando rilasciate dagli elicotteri, si comportano un po' come volantini, si sparpagliano qua e là su un territorio molto più vasto. Sono fatte così per una ragione puramente tecnica, affermano i militari, non è corretto chiamarle mine giocattolo. Ma a me non è mai successo di trovare tra gli sventurati feriti da queste mine un adulto, neanche uno di più di dieci anni. La mina non scoppia subito, spesso non si attiva se la si calpesta. Ci vuole un po' di tempo: funziona, come dicono i manuali, per accumulo successivo di pressione. Bisogna prenderla, maneggiarla ripetutamente, schiacciarne le ali. Chi la raccoglie può portarsela a casa, mostrarla nel cortile agli amici incuriositi che se la passano di mano in mano, ci giocano.
Le vittime di questa mina sono ragazzini che perdono una o due mani, o gli occhi, perché la mina gli esplode in faccia mentre la maneggiano. Raramente muoiono per le ferite, perché l'esplosione non è abbastanza potente per ferirli mortalmente. Come la BLU-43/B, la sua forma attira i bambini. Ma il fatto che non esploda quando viene spostata dal terreno, provoca qualche dubbio.. Che senso ha una mina che non esplode quando la si calpesta o la si prende in mano? Alcuni resoconti parlano di PFM-1 di colori antimimetico (rosa, giallo, azzurro).
 Nell'immagine a lato, è mostrato un angolo di un tappeto di guerra di fattura pakistana. Queste opere di artigianato riproducono, spesso fedelmente, armi e equipaggiamenti della guerra in Afghanistan. Come si può vedere, come motivo decorativo esterno, sono state usate le PFM-1. Il fatto che che nella serie di tre, almeno due sono in colori anti mimetici può far pensare che queste dichiarazioni non siano solo opera di propaganda. Se è accaduto, le PFM-1 antimimetiche erano concepite per attirare specificatamente l'attenzione dei minori.
I dati delle vittime fanno pensare a difetti di fabbricazione (4), o a una strategia diretta a colpire i bambini, mediante l'uso di un detonatore tarato per valori di pressione, che fanno diventare quest'arma inadatta a una guerra, ma adatta per l'uso terroristico, con i bambini come bersaglio specifico. E' indubbio che utilizzare quest'arma per colpire i minorenni, è un modo crudele ma efficiente di combattere. A breve termine, i bambini feriti pesano sulle strutture sanitarie, sottraendo risorse a curare i combattenti. A lungo termine, persone così menomate non potranno mai combattere attivamente (la mia è una comprensione tecnica, non morale).

Grazie alla campagna mondiale per la messa al bando delle mine antiuomo, qualcosa si sta muovendo anche per l'auspicata estinzione del pappagallo verde. Nel 2002, un alto ufficiale dell'esercito Russo ha dichiarato che dal 1994 le industrie russe non producevano più mine
PFM-1, mentre continuava la moratoria sull'esportazione. La moratoria è ufficialmente terminata nel Dicembre 2002, ma sembra ci sia la volontà di rinnovarla.
Note

1. Formula chimica: CH3NO2. E' il tipico carburante da dragster.

2. Tutt'oggi, a 50 anni dalla fine del conflitto, vengono ritrovate in VietNam delle BLU-43/B ancora attive.

3. Piccola precisazione: La filosofia militare zarista prima, e sovietica poi, non si occupava del singolo soldato, ma delle masse, cioè un soldato è solo parte di un insieme. In parole povere, se un soldato russo su 100 mette il piede su una mina 
PFM-1 fuori da una zona dichiarata pericolosa, è solo un evento statistico che non inficia l'accettabilità generale dell'uso dell'arma.

4. Si può credere a questa ipotesi solo se ci fosse una minima incidenza statistica.

Il brano di Gino Strada è tratto dal suo libro "Pappagalli Verdi. Cronache di un chirurgo di guerra"
Siti

www.icbl.org/lm: sito di monitoraggio della campagna internazionale per il bando delle mine antiuomo.
fmso.leavenworth.army.mil/documents/mines/mines.htm: articolo in lingua inglese sulla filosofia russa dell'uso delle mine terrestri.

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