giovedì 10 maggio 2012

Femministe consapevoli. Le soldatesse del Governo Provvisorio. (quarta parte)

continua dalla terza parte

Come dimostrato dall'incontro di Yashka con i capi Bolscevichi, sembra che essi non avessero contro il concetto delle donne soldato quell'astio che avevano dimostrato verso le soldatesse della Repubblica. Ancora prima del colpo di stato, i Bolscevichi formarono milizie operaie miste di uomini e donne. Ovviamente, l'efficienza di questi gruppi armati era aleatoria...
Quando scoppiò la guerra civile, molte donne furono arruolate nell'Armata Rossa. Nell'apice del loro impegno (1920) circa 66.000 donne erano in divisa, la maggior parte in ruoli ausiliari di guarnigione, nelle telecomunicazioni, eccetera, e alcune in ruoli di combattimento (35) Non è molto chiaro se furono organizzati reparti specificatamente femminili. Le loro perdite furono di 1.854 unità tra cadute, ferite e prese prigioniere (36) . Disgraziatamente, l'autore non è riuscito a trovare dati certi sulle donne-soldato dell'Armata Rossa durante la Guerra Civile, solo informazioni frammentarie.
Nella storiografia e nella propaganda sovietica fu esaltata la figura dei commissari politici donna. Questo fenomeno però si riallacciava alla tradizione precedente, cioè le commissarie erano spesso mogli o amanti di dirigenti del partito, che seguivano nei vari incarichi al fronte. Ma questi non erano dei soldati veri e propri, ma dei membri del partito in armi, Cekisti (37) , e sarebbe più giusto considerarli una sorta di Waffen SS. E, come le SS, commisero crimini terribili. Una su tutte svetta per efferatezza : Rozalia Zemliachka (38), commissario politico del fronte sud, condivise col suo parigrado Bela Kun la responsabilità dello stermino di 50.000 persone in Crimea, uccise dopo l'arrivo dell'Armata Rossa nella zona (39). Per questo grande successo, fu decorata con L'Ordine della Bandiera Rossa. Nell'altro campo, altre donne si arruolarono e combatterono con le forze bianche, ma non raggiunsero mai la quantità di quelle nell'Armata Rossa.

Il fenomeno delle donne-soldato emerse da una società molto meno maschilista e sessuofoba della media europea. Il coraggio e la dedizione delle soldatesse del Governo Provvisorio furono rapidamente cancellate dalla plumbea vulgata sovietica, e, stranamente, anche quello delle combattenti dell'Armata Rossa. Inizialmente si fece di tutto per etichettarle, poi si preferì seppellirle nell'oblio. La successiva legislazione sovietica promosse alcune cose apparentemente tese a garantire la parità tra i sessi, come divorzio facile e aborto. Però, le reali parificazioni, quali stipendi uguali per legge e normativa di pari possibilità, non sembra proprio che esistessero in U.R.S.S. … la legislazione sovietica più che a favorire le donne, tendeva a scardinare la famiglia, in quanto centro elementare di resistenza al potere. Inoltre le leggi sul divorzio e sull'aborto erano sostanzialmente discese dall'alto, e furono revocate quanto il capo decise di revocarle. Durante l'era staliniana furono diffuse voci di omosessualità riguardanti le soldatesse dei battaglioni della Morte… Queste accuse sembra segnalino un altro irrigidimento moralisticheggiante da parte del regime, cioè di stalin, e dicono molto delle paure di chi le diffondeva (40) . Da notare che, dopo la guerra civile, le donne non furono ammesse nei ranghi dell'esercito, al massimo in quelli della Ceka (41) . Ci si ricordò delle donne-soldato solo in un'altra situazione di emergenza, cioè la Grande Guerra Patriottica (la 2° G.M.). Nonostante l'altisonante propaganda comunista sulla parità tra uomo e donna, gli uomini sovietici rimanevano maschilisti e si comportavano come tali, tranne l'otto Marzo, e gli stipendi delle donne lavoratrici rimasero sempre più bassi di quelli dei parigrado uomini.

A modo di vedere dell'autore, le soldatesse furono una grande occasione mancata. È facile pensare che in un governo sostanzialmente democratico, come era quello provvisorio russo, difficilmente si sarebbero potute tacitare le future rivendicazioni delle femministe che avevano combattuto e di quello che le avevano appoggiate... 

Note:
(35) Divenne molto popolare la figura della soldatessa addetta alla mitragliatrice.
(36) Da notare che nella guerra civile le donne in uniforme avevano la certezza della violenza carnale se catturate dalla parte avversa.
(37) lenin diceva che un buon bolscevico è anche un buon Cekista.
(38) Soprannominata “Demonio” dagli stessi bolscevichi. Questa criminale superò senza problemi tutte le purghe intrapartito che sterminarono la sua generazione di dirigenti, per poi spegnersi serenamente nel 1947. 
(39) Secondo la historia oficial , erano ex combattenti bianchi, rimasti in patria dopo l' evacuazione verso Istanbul dei resti dell'Armata del generale Wrangel. I rimasti confidavano in una specie di amnistia concessa dal CommissariFrünze (responsabile di tutta la zona sud), che fu ovviamente disattesa. Inoltre la quantità di 50.000 persone è inattendibile, in quanto questo numero sarebbe solo quello dei soldati bianchi rimasti in zona... e i Cekisti arrestavano famiglie intere. I metodi d'esecuzione variavano dal gettare le persone nelle caldaie delle navi, ad ammassarle, senza contarle, in chiatte fatti poi affondare. 
(40) Un certo numero di donne tedesche presero parte alla fallita rivoluzione del 1918, e i vincitori erano tutti concordi nel definirle di facili costumi, o solamente prostitute... un evidente terrore delle donne in quanto tali... 


(41) E non c'è traccia di comandanti di alto livello femmine.
TESTIMONIANZE VISIVE DI UNA STORIA SBIANCHETTATA.
N. Varvara  'Varla'  l' "Angelo bianco" del Reggimento d'assalto Kornilov delle forze anticomuniste

Pavlina Jvanovna Kuznetsova addetta alla mitragliatrice nella 1° Armata a cavallo nella 6°Divisione dell'Armata Rossa
Soldatesse dell'Armata Rossa a San Pietroburgo (da red star over russia di david king)
Dipinto propagandistico sulle Donne soldato nell'Armata Rossa

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