giovedì 7 giugno 2012

sketch di un romanzo/sceneggiatura/fumetto da fare. Chiarimenti.


L'uomo impalato ricambiava con gli occhi vuoti gli sguardi inumani che gli volgevano i soldati da sotto.
Il sergente sperava che fosse morto rapidamente. Un soldato gli si avvicinò.
"Signore, abbiamo trovato gli altri tre nella stalla..." disse con voce tremolante.
Il sottufficiale lo seguì.
Gli altri occidentali catturati erano stati trattati con armi da taglio, e la loro morte non era stata per niente veloce. A tutti era stato escisso il pene, poi infilato in bocca.

Blackjack iniziò a dare ordini, con voce bassa e monotona.
"Soldati, lasciate tutto come è. Lo so è orribile, ma di questo se ne deve occupare la polizia militare."
Attese un attimo.
"Adesso, tutti si devono radunare di fronte a quel ... palo. Devo parlarvi."
Disse alla radio, con un tono che non ammetteva repliche.
Scesero anche dai corazzati, e attorniarono il palo col suo triste carico. Quelli che non avevano visto quello spettacolo orrendo spalancarono gli occhi. Nessuno parlava.
Il tenente gli si avvicinò e gli chiese sottovoce "Cosa vuole fare?"
"Spiegare come vanno le cose."
Il sergente si avvicinò al palo con un sedia, la posò e ci salì sopra, diventando visibile a tutti i soldati.
Si tolse il casco e iniziò.
"Soldati della Repubblica." disse senza urlare ma a voce abbastanza alta, col tono di afferma una cosa ovvia.
"Questo uomo si chiamava Alberto Sammarchi, soldato semplice. Dentro in quel fienile ci sono Giovanni Cammante , soldato, Giorgio Olneev, sergente carrista, Lorenzo N'Fala ,carrista. Questi soldati si sono arresi al nemico. Questi soldati si sono affidati al nemico. Questi soldati hanno creduto che il nemico gli rispettasse in quanto esseri umani.
Questi uomini hanno sbagliato.
Questo è il risultato.
Ricordatevelo sempre"
Concluse e scese dalla sedia.
I militi iniziarono a mormorare tra di loro.
Blackjack si appartò, prese il palmare e digitò un numero. Lo schermo si illuminò e apparve un avatar. Una faccia da fumetto di un uomo biondo.
"Esigenza cubo."
"Non sei il primo che ce lo dice. Ci sono stati altri due casi.”
E allora? Vuol dire che faremo 3 bei barbecue.”

(Quattro settimane dopo)

Le registrazioni estratte dai chip intracranichi avevano consentito di risalire ai dati del reparto nemico a cui appartenevano i torturatori, e anche alle facce dei soggetti. Il servizio segreto li seguì con trepida attenzione.
Si pensò a un rapimento collettivo mediante gli Edelwaiss, ma le difficoltà operative erano troppe, e si rischiava di bruciare la rete informativa.
Fortunatamente, la divisione nemica tornò in prima linea, e si progettò una minuscola offensiva diretta esclusivamente contro quel particolare reparto. I nemici furono catturati nel sonno, e il villaggio vicino fu brutalmente svegliato per procurarsi un pubblico.
Lo spettacolo poteva cominciare.
I nemici catturati, scalzi e ammanettati, vennero messi in riga in uno spiazzo erboso vicino alle case.
Erano una 30ina , alcuni dei quali feriti.
Oltre il primo cerchio di soldati, la popolazione nemica del paesetto assisteva spaventata e silenziosa, nelle varie tenute da notte.
Il tenente della P.M. iniziò a percorrere la fila di prigionieri , confrontando le facce dei nemici con il programma di riconoscimento del suo palmare.
Aveva l'aria del sensale di bestiame. Si fermò di fronte al terzo , lo squadrò con attenzione, lo fotografò, attese la risposta, lo prese per il bavero e lo estrasse dalla fila.
Nel frattempo , il tenente e il sergente, senza casco, litigavano tra loro a bassa voce.
"Questo ordine è .... È...." (Evidentemente non riusciva a trovare la parola giusta.)....è abominevole! Quando mi sono arruolata, non immaginavo che avrei ordinato un linciaggio!"
"Non lo sta ordinando, sta solo passando le consegne a me, che lo effettuerò"
Disse tranquillamente il sergente."E non si tratta propriamente di un linciaggio, ma di un brutale atto di giustizia sommaria."
Giustizia sommaria... io immaginavo che sarebbero stati portati di fronte a una corte marziale, una cosa civile, da persone civili!
Controproducente. Questo vuol dire trattarli alla pari. Non sono come noi. Di conseguenza, avevamo già deciso che fare in questi casi.”
La donna stette zitta un attimo, poi si voltò di scatto con gli occhi spalancati.
"TU! Tu lo sapevi...tu e il tuo maledetto consiglio di quelli come te..."
(era così concitata che passò inavvertitamente alla seconda persona singolare).
"Diciamo che , avendo a che fare con bestie come queste, un avvenimento del genere era altamente probabile. E quindi abbiamo stabilito una procedura."
Affermò serafico l'uomo, senza offendersi.
"Una procedura?!?"
" Diciamo un metodo."
"Ti rendi conto che così questa guerra diventerà un massacro?"
"Mi sembra che lei non abbia capito che in questa guerra c'è lo stesso romanticismo che c'è in uno scontro tra due tribù di babbuini... E come sa, non abbiamo iniziato NOI a giocare sporco.
Puro Controllo del Territorio ." Concluse il sergente con enfasi inusuale, avviandosi nel contempo verso lo spiazzo
Il poliziotto militare aveva finito con la sua scelta di capi.
I prigionieri erano stati divisi in due gruppi. I nemici prescelti rimasero dove erano, mentre gli altri vennero spinti fuori dal primo cerchio di soldati.
Nessuno fiatava. Quelli scelti, che prima erano indifferenti, notarono che erano circondati da soldati in atteggiamento minaccioso. Cominciarono inconsciamente a ammucchiarsi in gruppo.
Il tenente in divisa nera oltrepassò il recinto di militari e si rivolse direttamente al sergente.
"Tutti quelli riconosciuti, sono nel mucchio. Sono gli stessi che sono stati registrati."
"Quanti sono? "
"21. Tra gli altri ce n'è uno che avrebbe rifiutato di partecipare alle torture."
"Mmm... A quello non faremo niente, ma gli voglio parlare, e deve vedere tutto da vicino. Lo vada a prendere , per favore."
Il poliziotto si allontanò.
Blackjack si avvicinò al cerchio di soldati arrabbiati (1).
"Allora, ricordatevi, niente ferri, solo lame o arnesi da botta."Raccomandò, senza rivolgersi a nessuno in particolare. I più vicini annuirono.
Nel gruppo di nemici notò un gigante panciuto con un barba a coda di castoro.
"Quello alto lo stendo io. Dopo che l' ho segato, cominciate voi. Finito il lavoro, disponeteli come vi ho detto."
Concluse, e si allontanò di qualche passo.
Tornò l'uniforme nera, trascinando con sé un nemico dall'aria matura. Il sottufficiale lo guardò sorpreso.
"Curioso!" esclamò con tono stupito.
"Sei sposato?" gli chiese nella sua lingua.
Il nemico fece si con la testa.
"Hai dei figli?"
Il nemico annuì di nuovo.
"Ti consiglio di scappare , tu e i tuoi cari, in un altro continente..." disse colloquialmente il sergente.
Cambiò espressione e tono.
"Tu sai perché lo facciamo. Oggi puniremo solo i colpevoli, ma in futuro non faremo differenze. Voi vivrete per dire quello che è successo, e tu dirai perché è successo."
Il nemico sbiancò.
Il sergente oltrepassò il cerchio di soldati e si approssimò ai prigionieri , i quali si aprirono come un branco di pecore. Afferrò per il collo il gigante, e lo trascinò fuori dal gruppo, senza che opponesse resistenza. Estrasse rapidamente il charu dal fodero e colpì il nemico al petto nel lato destro, lontano dal cuore. Il gigante gemette e tremò violentemente per un attimo, poi crollò come un albero tagliato, quasi strappandogli l'arma dalle mani. Per finire, Blackjack gli sfondò il cranio con un secondo colpo.
Proveniente dal gregge, si sentì un grido orribile, simile al verso di un animale.
Come se quello fosse il segnale, i militi attorno ai prigionieri alzarono le vanghette e i coltelli e avanzarono. I prigionieri iniziarono a urlare terrorizzati, con tante voci dissonanti. Oltrepassato il sottufficiale e la sua vittima, i soldati arrivarono a contatto e abbassarono le braccia come leve di macchinari.
Gli ululati e i pianti si spensero in poco tempo.
Il sergente , con aria indifferente , stava scarabocchiando sul suo palmare.
Smise soltanto quando vide che un milite si stava avvicinando al nemico che lui aveva abbattuto.
No, lasci stare. A questo qui dobbiamo fare l'autopsia.” Ordinò.
Nel frattempo i soldati stavano tagliando le teste ai corpi stesi a terra.
Bene così!” Apprezzò.
I nemici non in divisa non fiatavano. Qualcuno vomitava, altri piangevano, un paio erano svenuti. Le fattrici avevano tutte le mani sul muso. Gesto tradizionale e molto apprezzato, anche se forse non sentito (alcune spiavano avide tra le dita intrecciate).
Blackjack si mise in tasca il palmare e afferrò il grosso cadavere per la cintura. Lo sollevò senza sforzo apparente e lo trasportò verso il suo mezzo.
Giunto al semicingolato, lo coricò sul cofano e cominciò a legarlo, come un trofeo di caccia antropofago. Dopo averlo fissato, tornò sui suoi passi.
Una montagnola di corpi un po' tagliuzzati si ergeva nello spiazzo. I corpi decapitati erano puntati verso nord-est. Le teste, messe in fila da un'altra parte, avevano la nuca rivolta a est.
Il sergente si voltò verso il prigioniero tenuto fermo dal tenente di P.M..
Come ti ho detto, vivrai per raccontare. E tanto per informarti, abbiamo messo delle mine a pressione sotto quelle carogne. Non vi consiglio di muoverli.” Lo informò nella sua lingua.
Poi si rivolse a tutti.
ANDIAMOCENE! QUA ABBIAMO FINITO!”
I soldati salirono sui mezzi, lasciando liberi i prigionieri che si guardarono intontiti e increduli.
In pochi minuti la colonna abbandonò il paese.



(1) Equamente divisi tra commilitoni dei tormentati e quelli che avevano trovato i corpi.


Charu non implementato 

RAPPORTO DEL SOTTUFFICIALE SERGENTE MAGGIORE *** *** (ISTRUTTORE DI MANEGGIO DI ARMA BIANCA ) SUL CHARU 2.0 .

Contrariamente alle mie aspettative , il Charu così implementato si è dimostrato in grado di poter sostenere il normale utilizzo in condizioni operative. La lama non è risultata più fragile o debole, e il diverso peso e bilanciamento non ha dato particolari problemi.
Si consiglia di addestrare il personale solamente con l'arma implementata, per non avere una sensazione diversa riguardo al maneggio, sgradevole per un novellino.
Per quanto riguarda l'uso delle implementazioni (scarica elettrica, arma da fuoco) , il Charu è stato testato in condizioni non estreme e ideali (soggetto immobilizzato e semi inerte per scarica, poligono improvvisato e non azione reale su bersagli vivi per arma da fuoco) difficilmente riproducibili nella realtà.
Resoconto su test delle implementazioni.
Come dichiarato nel referto autoptico, il soggetto terminato era già morto prima del secondo colpo che gli ha distrutto l'encefalo. La scarica elettrica, emessa nella zona polmonare distante da quella cardiaca, ha comunque danneggiato il miocardio, causando l'immediato collasso cardiaco.
Dopo la folgorazione, il bersaglio è caduto immediatamente e brutalmente a terra, rischiando di strappare l'arma dalle mani dell'operatore. Si consiglia quindi di ridurre la potenza della scarica elettrica, in modo da ottenere un effetto paralizzante, piuttosto che di over-killing. Per ultimo, il grilletto interruttore non ha dato nessun problema, e la sua posizione si è dimostrata ideale.
Segue autopsia del soggetto terminato.
Le 3 canne da 5,7 silenzioso sono state testate dopo una giornata di uso intenso della lama in ambiente boschivo. Il livello di sicurezza dato dalla sicura a saracinesca è più che accettabile, ed il pulsante-grilletto non ha presentato particolari problemi. Il sistema di puntamento laser si è dimostrato molto visibile e intuitivo. Il rinculo si è rivelato estremamente controllabile. Non c'è stato rumore percettibile. Sui 25 m si è ottenuta una rosata accettabile.
Come era previsto, il ricaricamento si è dimostrato piuttosto lento.
Il sistema si è dimostrato assolutamente impermeabile.
Nonostante la provata efficacia del 5,7 , lo scrivente consiglia l'adozione della pallottola avvelenata, o inabilitante, per l'uso probabile di arma da ultima chance.  



10 commenti:

  1. Macabra e realistica. Rende bene la guerra.
    L'uccisione dei nemici con le vanghe o altra arma improvvisata non mi è nuova. Durante la battaglia di Stalingrado, ai soldati sovietici era stato ordinato di uccidere i tedeschi con qualunque cosa avessero avuto a disposizione: col fucile, la baionetta o anche con la vanga.
    Non so se l'ordine fosse stato proprio impartito con queste parole ma il senso arrivato ai soldati era tale.
    Poi si sa che la guerra imbestia chiunque.

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  2. a proposito mio caro, ti piace il charu?
    ho pensato che una arma bianca di questo tipo sia estremamente deterrenziale...

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  3. Una roncola elettrica? I miei complimenti, sul serio

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  4. beh, ci sono un sacco di opzioni, tipo questa: http://www.youtube.com/watch?v=Sa_NC-_fvKs
    ma sembra poco maneggiabile su un campo di battaglia...

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  5. a proposito mio caro, ti piace il charu?
    ho pensato che una arma bianca di questo tipo sia estremamente deterrenziale...

    Come aspetto fa paura, ma dà al contempo l'impressione di essere "poco portatile".
    La vedrei meglio con una lama dal dorso diritto e affilato, eventualmente ispessita in cima per bilanciare il "becco", ma senza quella "bandiera" che appunto la rende poco portatile perchè troppo larga (e bisognosa di un fodero quasi triangolare).

    Non ricordo bene (sono passati trent'anni), ma qualcosa di simile pare essere stato usato davvero: dai Gurkha al servizio di Sua Maestà durante la guerra delle Falkland. Rapporti di fonte argentina parlavano di soldati decapitati.

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  6. devo mettere le misure, sigh....
    il charu è una versione un po' modernizzata di un pennato toscano... certe forme si sono sviluppate nei secoli a forza di provare e riprovare... e quindi ho pensato di tornare alla tradizione. la bandiera posteriore è una lama di accetta (i pennati sono così!).
    perchè una roncola? perchè inizialmente ho pensato a un tomahawk, ma i tomahawk, a parte che è facile usarli, sono troppo specializzati. un attrezzo di sopravvivenza deve poter servire a tutto. e così ho è nato i charu... il rostro anteriore ha una lama da scalpello, che può essere usata sulle parti dure, mentre la lama curva tratta le meno dure...

    quello che dici te è il kukri gurkha... è un'ottima arma, ma io sono un patriota tradizionalista...(ahr ahr ahr!)

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  7. Ho avuto occasione di vedere ed impugnare un kukri gurkha portato incoscientemente in ufficio da un mio ex collega a Londra. Era stato donato a suo padre dagli uomini che questi aveva comandato appunto alle Falkland (o Malvinas, se preferisci).
    Arma effettivamente molto simile al pennato toscano di antica memoria e non particolarmente terrificante (sembra un grosso machete) ma la fama guadagnata dagli uomini che ne erano dotati faceva sì che sistematicamente gli argentini abbandonassero le posizioni prima del loro arrivo.
    Era il 2004 e il mio collega l'aveva portato per farlo restaurare, rischiando l'arresto immediato se fosse stato fermato dalla polizia.

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  8. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    1. Era avvolto in un giornale dentro la macchina. Lo portò in ufficio perché ci raccontò il fatto e gli chiedemmo di mostrarcelo.
      Erano già tempi bui e l'attentato alla metropolitana ci fu non molto tempo dopo, per cui la polizia era molto vigile e visto che non è armata non gradivano che lo fossero gli altri. Ti posso assicurare che pur non essendo affilato il temperino poteva fare un sacco di bua se usato con decisione...

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  9. mi è sparito il commento precedente! assurdo!

    ahh, ma tu lavori a Londra! beh, allora è comprensibile, date le leggi britanniche...
    ah guarda, il kukri è pericoloso anche non affilato! di questo ne sono sicuro!

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