mercoledì 27 aprile 2011

Le conseguenze della fame.

Questo è un articolo che successivamente invierò a www.icsm.it. I commenti e le domande sono bene accette, e anche le critiche. le vostre puntualizzazioni possono servire come spunti di approfondimento o di variazione sull'articolo stesso.
IV° parte...

Non si vive di solo pane.


Nella tessera settimanale erano contenuti anche dei buoni per il sapone, ma la sua disponibilità diminuì col prosieguo del conflitto. Da un altra parte, ci fu la carenza di materiale tessile. Per ovvi motivi, le uniformi dei soldati sul campo si consumavano moltissimo, e non era possibile sostituirle con materiali di recupero di minore resistenza. Di conseguenza, la maggior parte dei tessili di qualità era destinata all'esercito, e ai civili erano destinati gli scarti e i tessuti rigenerati. Un vestito di lana di buona fattura era costituito da 65% di lana nuova e dal 35% di lana rigenerata. La mancanza di pellami si ripercosse sulla qualità delle calzature. A aggiungersi alle altre manchevolezze, la corrente elettrica fu razionata.
L'erogazione era interrotta alle 21, e i lampioni stradali accendevano una luce su tre. Un decreto del governo instaurò “l'ora legale" perenne. La gente si alzava un’ ora prima, lavorava le sue 10 ore, e poteva tornare a casa ancora con la luce, in modo da avere tempo per le proprie faccende. Il carbone fossile (principale combustibile per riscaldamento) iniziò a scarseggiare realmente solo nel 1917.

Ersatz e furto non bastano.

Mano a mano che l'esercito Tedesco conquistava territori, nuove risorse, alimentari e non, diventarono accessibili, almeno sulla carta. Nei territori occupati, l’esercito applicò un pesante regime predatorio, che portò rapidamente la popolazione nemica a rischio di inedia (26). Ma queste risorse restavano a disposizione dei militari stanziati nella zona, e non era possibile (o non era voluto) trasferirle in grandi quantità in Germania, anche per i problemi delle linee di comunicazione. Per peggiorare le cose, l'agricoltura tedesca si basava sul lavoro stagionale di migliaia di frontalieri esteri. A questi dati di fatto si sommarono gli effetti congiunti della leva del 60% degli agricoltori tedeschi (!), della mancanza di cavalli (utilizzati dall'esercito) e della carenza di fertilizzanti. Si cercò di sostituire la manodopera con i prigionieri di guerra (27), con le macchine agricole, e di diffondere l'uso del fertilizzante chimico (che però costava di più del Nitro dal Cile). Non tutto funzionò e la quantità del raccolto divenne una frazione di quello anteguerra (da 21 milioni di tonnellate di grano nel 1913 a 12 milioni nel 1917). Il cibo disponibile diminuiva e uno dei fenomeni registrati dai medici tedeschi fu il generalizzato dimagramento della popolazione. Fu calcolato che gli uomini sotto i 50 anni persero il 9,3% del peso corporeo, mentre quelli sopra i 50, il 12%. Per le donne sotto i 50 , la diminuzione di peso fu del 6,7%, mentre sopra i 50 fu del 10%. Questo nelle città o nelle zone industriali. Nelle campagne fu addirittura riportato un aumento del peso medio. Nel 1916/17 ci fu il "Kohlrbenwinter" (Inverno della Rapa). Il programma Hindemburg aveva causato un aggravamento dei problemi del sistema ferroviario, e nel settembre 1916 ci furono le prime avvisaglie di una crisi settoriale. Bisogna considerare che ancora non esisteva un organo centralizzato per la gestione dei trasporti. Mancavano inoltre addetti allo scarico dei vagoni merci. Sommando a questo la mancanza del carbone dovuta alla scarsità di minatori, c'erano tutte le precause. L'autunno del 1916 fu eccezionalmente piovoso e umido, e questo favorì la proliferazione di un fungo delle patate, con una diminuzione del 50% del raccolto rispetto al 1916. A peggiorare le cose, l'inverno 1917 fu estremamente freddo (28), e ghiacciarono i fiumi e i canali, bloccando anche il trasporto fluviale. Come risultato, non fu possibile trasferire parte del raccolto delle patate alle città e una certa quantità di esso marcì nei treni immobilizzati. Le autorità locali cercarono di riparare al danno distribuendo rape, l'unica cosa disponibile in quantità, e aprendo mense pubbliche per i poveri, ma la fame colpì brutalmente la popolazione. A Berlino erano mediamente disponibili da 900 a 2720 grammi di rape o 900 grammi di pane, meno di 57 grammi di burro e 28 grammi di margarina pro capite. Si può immaginare come se la passassero le persone con reddito medio-basso... Le statistiche sul consumo di carne, comprendenti anche i militari, riportano questi dati:

Consumo di carne medio giornaliero pro capite nel 1914
forze armate    produttori   consumatori autorizzati
      285 g.             60 g.                   145 g.
Consumo di carne medio giornaliero pro capite nel 1918
forze armate    produttori   consumatori autorizzati
       127 g.            90 g.                   28 g.

Come si può vedere, mentre le razioni dell'esercito scendevano di più della metà, la carne disponibile per i civili era diventata meno di un quinto (tranne per i produttori, per cui era addirittura aumentata). Lo stato forniva il sufficiente ai militari, e non riusciva a nutrire gran parte della popolazione civile. I soldati al fronte non soffrirono la fame in modo debilitante, mentre a casa le loro famiglie si spegnevano lentamente (29). Nell’ultimo anno di guerra, fu rilevato che la razione ufficiale forniva soltanto 1,280 calorie, ben al disotto della soglia di sussistenza. Sempre nel 1918, le autorità supponevano che, da metà a un terzo di carne-uova-frutta, da un terzo a un quarto del latte-burro-formaggio, e infine da un settimo a un ottavo del grano-farina-patate passassero direttamente dai produttori ai borsari neri, che li rivendevano a prezzi maggiorati di una decina di volte quelli anteguerra. Come si è visto precedentemente, la fame colpiva più pesantemente i residenti nelle città e i lavoratori nell'industria. Il tasso di decessi tra i civili in Germania si alzò in media del 65% dai livelli prebellici, ma in Baviera (zona prevalentemente agricola) non superò il 43%. Nelle città si ebbero degli aumenti spaventosi. A Berlino l'incremento fu del 71%. A Amburgo del 76%. Nella città di Lippe, nella Ruhr, l'accrescimento fu del 93%. Fu rilevato che nel 1917, le persone nella fascia d'età tra i 5 e i 25 anni decedevano in quantità doppia che nel 1913, e che la mortalità generale era triplicata in confronto all'ultimo anno di pace. In particolare, ci fu un innalzamento del 50% dei decessi tra le donne. La tubercolosi conclamata diventò evidente un anno prima della media riportata per le varie età, le morti per tisi si innalzarono del 63% , e fu rilevato un impennamento dei casi di rachitismo tra i bambini (30), ci furono epidemie di tifo e diarrea. Le stime ufficiali parlano di 763.000 persone decedute per cause legate alla sotto nutrizione durante gli anni della guerra.

(26) Non è affatto assodato che si trattasse di una reazione al Blocco economico. 
(27) Sembra che molti prigionieri alleati effettuassero attivi sabotaggi, danneggiando i prodotti che coltivavano. 
(28) Più freddo, più bisogno di cibo e carbone per riscaldamento. Più bisogno di carbone e di cibo, meno carbone per i treni e più convogli ferroviari. Più convogli ferroviari, più usura, guasti e ritardi. Meno carbone per i treni, più guasti, più ritardi e congestione del traffico, meno cibo e meno carbone per riscaldamento nelle città. Un classico effetto domino. 
(29) Le assicurazioni tedesche (dati evidentemente non propagandistici) rilevarono che nel 1918 il tasso di mortalità nei civili in patria stava raggiungendo quello dei soldati al fronte. 
(30) Lo stato tendeva a tutelare in maggiore grado i bambini e le donne con prole. Ad esempio, il rifornimento di latte era garantito in modo preferenziale rispetto agli adulti, e i bambini delle classi povere ebbero la possibilità di mangiare meglio di prima della guerra. Curiosamente, ci fu un picco delle morti infantili nella prima fase del blocco, seguita poi da una riduzione. Fu supposto che, essendo inizialmente morti molti bambini, si sia resa disponibile una maggior quantità di cibo per i sopravvissuti, i quali, già in stato di sotto alimentazione, avrebbero avuto bisogno di meno per sopravvivere...


continua...

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